12 aprile 2020

Pasqua di Risurrezione                                                        Gv20,1-9

 

«Gioia mia, Cristo è risorto!»(Serafino di Sarov).

Quel mattino, appena sorto il sole, un grido risuonò per la prima volta nel mondo. Alle donne, recatesi al sepolcro, l’angelo disse: “Non abbiate paura. Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto!”. Dal sepolcro al Cenacolo, e poi nel mondo intero, l’annuncio della risurrezione inizia la sua corsa attraverso la storia e raggiunge anche noi. San Paolo, che scrive dopo venticinque anni dai fatti, elenca tutte le persone che l’hanno visto dopo la risurrezione, ma a convincerci è anche il fatto che gli stessi discepoli, delusi, impauriti e senza speranza, ad un certo punto iniziano a proclamare unanimi che Gesù è risorto e per questo annuncio non temono di mettere a rischio la vita fino ad affrontare il martirio. Ma la prova più forte che Cristo è risorto è che è vivo! Vivo non perché noi lo teniamo in vita parlandone, ma perché è lui che tiene in vita noi.

Tocca Cristo chi crede in lui(sant’Agostino)e ne facciamo esperienza ogni giorno.