14 aprile 2017

“Gesù, il Nazareno, il re dei Giudei”

Una corona sul suo capo per ferirlo, un mantello sulle sue spalle per deriderlo e l’iscrizione “Gesù, il Nazareno, il re dei Giudei” sulla croce per insultarlo, sono i segni di unaregalità non riconosciuta, disprezzata e rifiutata, ancora oggi, da quanti hanno eliminato Dio dalla propria realtà esistenziale. Gesù non è venuto per farsi uccidere, la sua morte in croce è stata voluta dagli uomini, soprattutto da coloro che si sono opposti al progetto di Dio. Egli ha sentito le botte, la fame, l’umiliazione come un vero uomo, tuttavia Gesù è morto da Signore della morte, diversamente da noi che siamo strappati dalla morte. Egli vince la morte con la sua morte, mediante la quale è ridonata a tutti la vita. La morte di Gesù è quindi il canto della vittoria sulla morte, il canto della vita che torna a rifiorire nei nostri cuori. Nel giorno santo della morte di Gesù siamo chiamati a ringraziare Dio e chiedergli di custodirci dal male, aderendo al suo progetto di amore, e, benché Egli continui ancora oggi a essere crocifisso nella nostra umanità, non perdere mai la speranza di un futuro in cui non ci sarà più la morte e la vita risplenderà per sempre.