15 novembre 2015

“vegliate in ogni momento pregando…” (Lc 21,36).

             Noi non possiamo conoscere la fine del mondo e neppure la nostra fine, ma una cosa è certa: per ogni uomo c’è un termine alla visione di questo mondo e l’invito di Gesù a “vegliare”, diretto a ciascuno di noi qui ed ora, dà senso e significato al nostro presente. Il “vegliare” non riguarda semplicemente il corpo, ma il centro di noi stessi, il nostro cuore, che rimane desto anche quando noi dormiamo. Il “vegliare” tocca soprattutto la nostra libertà da tutte le cose che ci circondano. Abbiamo bisogno di restare pienamente immersi nella nostra realtà umana e tuttavia avere lo sguardo rivolto su ciò che conta, su ciò che è il fine ultimo della nostra esistenza. “Il cristiano è sempre come seduto sul bordo estremo della sua sedia. Seduto su quello che dispone di un appoggio sicuro: la speranza. All’estremo bordo della sedia, perché è pronto ad alzare e a pagare di persona” (Godfried Danneel).