19 dicembre 2015

O Germoglio di Iesse

che t’innalzi come segno per i popoli,

taccionodavanti a te i re della terra

e le nazioni ti invocano:

vieni a liberarci, non tardare.

Oggi il Signore viene e porta con sé una nuova primavera di vita: viene nell’umiltà nascosta del seme che germoglia e porta fiore e frutto.

L’incredulità di Zaccaria ci insegna che bisogna accettare come verità ciò che la nostra mente non comprende fino in fondo, ci insegna ad avere fede. Consapevoli che la fede vera coinvolge l’intera persona, siamo invitati a scoprire la bellezza e la gioia che da essa proviene, mettendo in gioco il nostro cuore, la nostra intelligenza, la nostra libertà, in un rapporto personale con il Signore che opera dentro di noi e intorno a noi. Proprio a motivo del Creatore san Francesco aveva un grande amore per le creature, infatti, «quale estasi gli procurava la bellezza dei fiori, quando ammirava le loro forme o ne aspirava la delicata fragranza! Subito ricordava la bellezza di quell’altro Fiore il quale, spuntando luminoso nel cuore dell’inverno dalla radice di Iesse, col suo profumo ritornò alla vita migliaia e migliaia di morti».

Germoglio di Iesse, vieni a liberarci perché tu possa trovare in noi un terreno buono dove deporre il germoglio della tua viva parola.