25 marzo 2016

«Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore»

Nella Chiesa regna un clima di gravità e di sospensione. Le campane sono mute, gli altari spogli, tutto è silenzio. È il silenzio del cuore davanti alla realtà della morte di Cristo sulla croce per i nostri peccati.

La Liturgia della Parola è il cuore di questa Celebrazione e ci aiuta ad andare oltre l’apparenza di una realtà che non è la ‘Realtà’, infatti, dentro la morte sta germogliando la ‘Vita’.

Il Padre delle misericordie, attraverso le parole del profeta Isaia, ci invita ad avere uno sguardo più profondo: «Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato, innalzato grandemente .Come molti si stupirono di Lui – tanto era sfigurato – così si meraviglieranno di Lui poiché vedranno un fatto mai raccontato. Non ha apparenza né bellezza eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. Per le sue piaghe siamo stati guariti.

Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, perché ha spogliato se stesso fino alla morte, mentre portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli».