3 agosto 2020

Mt 14, 22-36

 

Alla lettura di questo Vangelo sorgono spontanee due domande. La prima: “Perché Gesù allontana forzatamente i discepoli dopo la moltiplicazione dei pani?”. E l’altra: “Perché lascia tutta la notte i discepoli in balìa delle onde e solo sul far del giorno va loro incontro camminando sulle acque?”. Credo che per entrambe le domande ci sia in gioco la fede. La fede, infatti, non ha bisogno dei segni che Gesù compie per andare incontro ai bisogni della folla, altrimenti non sarebbe più fede; inoltre, il clamore del successo tende ad oscurare in noi la fede, facendoci pensare piuttosto alla nostra bravura a tal punto da confonderci sul tipo di salvezza portata da Gesù. La notte in balìa delleonde è stata dunque necessaria per i discepoli al fine di purificare il loro cuore dalle scorie del successo e a farli confidare unicamente nel Maestro. È al termine della traversata che i discepoli lo riconoscono: “Davvero tu sei il Figlio di Dio!”. A volte non è il successo ma proprio il tempo dell’oscurità che ci conduce all’autentico incontro col Cristo.