31 agosto 2017

Vegliate e tenetevi pronti!

Il richiamo odierno di Gesù ha ancora a che fare con l’autenticità e la coerenza della vita. Questo brano, infatti, fa da ponte tra i capitoli ventitré (ipocrisia) e venticinque (giudizio finale): tenersi pronti per l’incontro col Signore richiede vigilanza sulla nostra condotta affinché ciò che professiamo con le labbra, ciò che pensiamo e la nostra stessa chiamata diano effettivamente forma alla nostra esistenza. Il nostro ingresso nel regno dei cieli si giocherà su ciò che avremo fatto o non fatto (Mt 25) e non su quel che avremo creduto o pensato. La sorte di chi non è vigilante è dunque paragonata a quella degli ipocriti: “là sarà pianto e stridore di denti”, cioè la dannazione, la separazione dal Regno.

Vigiliamo, allora, con ogni sollecitudine affinché il nostro agire corrisponda a ciò che il Signore si attende da noi.