4 novembre 2015

Chi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”.

Il Vangelo ci sconcerta per la sua radicalità, per quella vitalità che impegna in scelte coraggiose e controcorrente. In questo brano Gesù ci ricorda le condizioni indispensabili del discepolo: rinunciare a tutti i suoi averi. Questo stile di vita, però, è solo una conseguenza di una scelta più profonda, sigillata a fuoco dal carattere battesimale. Al primo posto per un cristiano non può che esserci Gesù Cristo, solo questo ci fa degni di tale nome.Il discepolo di Gesù, grazie alla rinunzia, acquista la pace del cuore, diviene un uomo libero perché sceglie per compagna della sua vita la Verità,chesola, realmente può farci liberi. I nostri “averi” non sono nostri, ma dono di Dio «per», «con» e «verso» gli altri, perché noi siamo nel mondo, ma non del mondo, altrimenti si corre il rischio  di diventare “sale senza sapore”.