6 settembre 2019

Lc 5,33-39

 

«Possono forse digiunare gli invitati a nozze?».

L’uomo è ciò che mangia” (Feuerbach): senza saperlo il materialista tedesco ha espresso l’idea più religiosa dell’uomo. Infatti, la storia biblica fin dalla creazione presenta l’uomo come un essere affamato e la Bibbia stessa, da un capo all’altro è presentata come un grande banchetto. È sempre viva però nell’uomo religioso la tentazione di opporre il sacro al profano, lo spirituale al materiale. Eppure, nella Bibbia, il cibo che l’uomo mangia per vivere gli è dato da Dio come comunione con lui:Dio fa della creazione il segno della sua presenza, del suo amore e della sua rivelazione.

Tutto ciò che ha vita esiste perché mangia, ma la posizione unica dell’uomo nell’universo è che a lui solo è data la capacità di benedire Dio e di conoscere il senso della fame che lo abita. È questo il vino nuovo che Gesù oggi ci offre chiedendoci un cambio radicale di mentalità: accogliere la vita nuova della comunione con Dio in ogni ambito della nostra esistenza.