Lettera al clero della Diocesi di Albano, 13 dicembre 2011

Al Clero della Diocesi di Albano

           

Carissimi,

                        il Natale che fra pochi giorni festeggeremo non sarà la commemorazione di un evento passato e lontano nel tempo e neppure la rappresentazione più o meno drammatizzata (come avviene nei vari 'presepi viventi') di una storia che conosciamo già in tutti i suoi aspetti. I testi più antichi della Liturgia ne parlano non come una «consuetudine», ma come una «novità». Leggiamo, per un semplice esempio, la preghiera colletta del 30 dicembre: «la nuova nascita del tuo unico Figlio nella nostra carne mortale ci liberi dalla schiavitù antica, che ci tiene sotto il giogo del peccato». È il nostro peccato ad essere vecchiezza; Cristo, al contrario, è sempre nuovo. Se non consuetudinem cognominavit, scriveva Tertulliano riguardo a Cristo (cfr De virginibus velandis I: PL 2, 889). Il Signore è sempre nuovo, perché è la Verità.

Viviamo, dunque, il Natale in questa novità di vita. Dall'antichità questa festa è celebrata durante il solstizio quando, nelle più lunghe notti dell'inverno comincia, benché insensibilmente, a prevalere la luce. Natale è festa di ricominciamento. Anche per noi sia la festa dei ricomincianti!

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Alla metà del mese di gennaio 2012 riprenderò il cammino della Visita Pastorale nel Vicariato di Aprilia. All'arcangelo Michele ' patrono della Città ' affido i miei passi. Vi chiedo di unirvi alla mia preghiera, che parafrasa il Salmo 91: «Egli dia per me ordine al suo Angelo di custodirmi in tutte le mie vie, perché il mio piede non inciampi».

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15-12-2011