Lettera al clero della Diocesi di Albano, 16 gennaio 2013

Carissimi,

                               mi sia concessa, all'inizio, un'annotazione di carattere liturgico sul «tempo» che, appena iniziato, si protrarrà per la sua prima parte sino all'inizio della Quaresima. Esso, con la riforma liturgica del Vaticano II è chiamato «tempo ordinario». Tale dizione potrebbe dare l'idea di un tempo debole, di basso profilo . Esso, al contrario, ha una sua specifica valenza, riferita sempre ' come del resto gli altri periodi dell'Anno liturgico ' al mistero di Cristo e alla vita della Chiesa. È il tempo dell'approfondimento, dell'assimilazione lenta e graduale, come «goccia a goccia», del mistero di Cristo, che s'innesta nella vita dei credenti per assumerla e renderla pienamente pasquale. È il tempo che c'incoraggia a valutare quanto sia importante ascoltare e seguire il Maestro nel vissuto quotidiano, non per mettere fra parentesi la vita ordinaria, ma per sottolinearla quale momento salvifico. Il Lezionario per la Messa, in particolare, nei giorni feriali ci farà seguire il testo del Vangelo secondo Marco. È un grande «recupero» liturgico, questo, poiché nel precedente Messale quello di Marco era il «vangelo dimenticato», tanto poco era presente nelle letture bibliche. È stato detto che Marco è l'evangelista della ricerca. Il suo vangelo, infatti, segna la traccia di un cammino che va dalla paura e dal dubbio alla gioia e alla pace dell'incontro con Cristo (R. Fabris). Sarà importante sottolinearlo in un Anno della Fede (cfr lett. past. Io credo in te, p. 18s: «la fede nasce da un incontro»). Nelle Domeniche dell'anno C, poi, è proclamato il Vangelo secondo Luca. Qui emerge con particolare evidenza il tema della sequela; il tema, cioè, delle condizioni essenziali e degli atteggiamenti fondamentali richiesti da Gesù a coloro che vogliono seguirlo.

“”

16-01-2013