Lettera al clero diocesano, 26 ottobre 2014

Al Clero Diocesano
Carissimi,
prima che inizi il mese di novembre, vi raggiungo tutti con questa lettera per ricordarvi alcuni appuntamenti che ci riguardano e condividere alcune riflessioni. Accenno, anzitutto, alle prossime ricorrenze liturgiche della solennità di Tutti i Santi e della commemorazione di tutti i fedeli defunti. Sulla prima ho scritto qualcosa nell’editoriale per Millestrade. Il fatto, poi, che la Chiesa faccia la commemorazione di tutti i fedeli defunti anche in coincidenza della Domenica, sarà occasione per spiegare che la liturgia di suffragio per i fedeli defunti è una celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore. Nella pietà popolare anche il «lumino» che si usa accendere presso la tomba dei defunti è un simbolo pasquale della vittoria della luce sull’ombra di morte. Per suffragare tutti i nostri vescovi, presbiteri e diaconi defunti, presiederò l’Eucaristia in Cattedrale alle ore 18,00 del prossimo 3 novembre. Venga pure a concelebrare chi vorrà e potrà. Abbiamo tutti un sacerdote defunto che ci ha fatto del bene.
La Domenica 9 novembre, nella parrocchia della Trinità in Marino, ammetterò ufficialmente tra i candidati al sacro ministero il seminarista Marco Quarra. È un evento vocazionale, cui vorrei sensibile tutto il presbiterio con la preghiera e la promozione delle vocazioni al Sacro Ministero. Forse in novissima die potremo presentarci con maggiore fiducia al cospetto del Signore se avremo aiutato almeno un giovane a scoprire e seguire la vocazione al sacerdozio!
In tale contesto ricordo la possibilità di partecipare al corso di esercizi spirituali disposto dal 24 al 28 novembre p.v. Guidato dal biblista p. Alberto Valentini, si terrà al Centro Ad Gentes di Nemi. Per quanti hanno la consuetudine di fruire dell’offerta diocesana, è un ricordo fraterno a iscriversi. È, invece, pressante richiamo per chi, purtroppo, è ancora, direi, estroflesso al punto da non avere trovato sino ad oggi (e siamo alla fine di un anno) né il tempo, né la voglia di entrare nel «raccoglimento» di sé. Per noi, gli esercizi spirituali sono fatti per risentire il suono della voce prima, che ci chiamò al sacerdozio, e per ridare alla prima risposta «il suo pieno significato, la sua autentica spiritualità, la sua grave coscienza di immensi doveri e la sua inesauribile sorgente interiore di grazia, di gaudio e di pace» (Beato Paolo VI).
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26-10-2014