Lettera al clero per l’Anno Sacerdotale, 22 ottobre 2009

Ai Revv.di Parroci e a tutti i Sacerdoti

                Carissimi,

                               negli incontri di formazione nelle tre zone pastorali abbiamo avviato ' secondo programma ' una prima riflessione sul nostro ministerium Verbi. Nella prospettiva dell'anno sacerdotale desidero soffermarmi ancora su questo nostro primo compito, quasi prolungando le riflessioni già proposte durante l'Omelia del 30 settembre scorso, in occasione della 'Giornata Sacerdotale'. Mi riferivo allora alla testimonianza di San Girolamo, poiché quel giorno nella Chiesa si celebrava la sua memoria. Di lui citavo ' se ricordate ' l'affermazione che la Scrittura 'non può essere letta prescindendo da Cristo, non può essere proclamata senza il Padre e non può essere predicata senza lo Spirito Santo' (In Gal 1, 11-12: PL 26, 322). Vorrei ora richiamarmi alla testimonianza di San Gregorio Magno, il quale non fu soltanto un esperto esegeta della Sacra Scrittura, ma pure e prima di tutto un assiduo e amoroso ascoltatore della Parola di Dio.

 

San Gregorio era profondamente convinto che la Scrittura è la vera guida, o 'regola spirituale' nell'itinerario verso Dio, sicché non è possibile alcuna forma di vita spirituale senza la conoscenza, la meditazione e la contemplazione della Parola di Dio. Più si assimila la Parola di Dio e più si cresce spiritualmente arrivando così alla contemplazione e all'amore perfetto verso Dio e il prossimo, ossia alla santità. Gregorio, anzi, era convinto che come c'è stato un progresso nella formazione della Sacra Scrittura, così c'è pure un progresso nella sua comprensione; questo, però, è proporzionato al progresso spirituale del lettore. In tale convinzione s'inscrive la famosissima affermazione: 'La Parola di Dio cresce insieme con chi la legge. Quanto più uno progredisce nello studio e nella comprensione della Scrittura, tanto più questa progredisce in lui'. Senti che le parole della Scrittura sono celesti se, acceso dalla grazia della contemplazione, sospendi te stesso alle realtà celesti' (In Ez. I, 7, 8). In breve: senza santità personale non c'è comprensione piena della Sacra Scrittura e non c'è neppure annuncio pieno della Parola di Dio.

 
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22-10-2009