Lettera del Vescovo per l’Anno Sacerdotale

Carissimi Sacerdoti,

è ormai imminente l'inizio dell'Anno Sacerdotale (2009 - 19 giugno - 2010) indetto dal Papa Benedetto XVI e annunciato con una esplicita finalità: favorire la nostra tensione spirituale verso la perfezione spirituale. Anzitutto, dunque, non si tratta di organizzare iniziative e neppure di moltiplicare discorsi e conferenze sul sacerdozio ministeriale. Alcune proposte, in verità, già sono state avanzate anche da me e ne ho parlato lunedì scorso con i Vicari Foranei; ugualmente, basta entrare in una libreria cattolica e vedere che già sono esposti libri e opere varie che trattano della teologia del presbiterato, della spiritualità sacerdotale, ecc. Tutte cose belle e utili sussidi. L'Anno Sacerdotale, però, prima d'ogni cosa pone a ciascuno di noi un'istanza di interiorità, che però tende a manifestarsi ed esige di mostrarsi come carità e come servizio. Per noi la perfezione spirituale è essere conformi a Gesù Cristo Pastore; per noi la perfezione spirituale si chiama carità pastorale. Di essa vorrei ripetere ciò che ne disse G. B. Montini in una sua lettera al Clero di Milano per la Pasqua 1961: 'è il mandato di Cristo per noi, è il suo testamento, è la sua eredità' è la nostra vocazione, il nostro impegno, la nostra promessa. Dovrebbe essere la nostra virtù, la nostra arte, la nostra specialità'.

La carità pastorale ha come modello il Buon Pastore. Cosa fa? Dona se stesso! Sono, allora, in questione non semplicemente il nostro agire, la nostra abilità, il nostro sapere, il nostro tempo' Siamo in questione noi stessi. Il pastore dona se stesso. Non celebreremmo un buon Anno Sacerdotale, se non avessimo la prima attenzione per noi stessi. Non, tuttavia, per egoismo, ma per esaminarci, piuttosto, se siamo degna dimora di Cristo, se abbiamo Cristo nel cuore. Non è intimismo, è missionarietà.
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18-06-2009