Amare Cristo unico, servire Cristo molteplice

Omelia nel Rito di ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato
24-01-2021

Abbiamo appena ascoltato la proclamazione del Vangelo: è raccontata una storia che va verso la sua conclusione, ma ce n’è un’altra che se ne apre; si conclude la missione di Giovanni il Battista e inizia quella di Gesù. Potremmo applicarvi le parole di san Tommaso: «l’antico faccia spazio al nuovo» (inno Pange lingua)! È Cristo la novità. Ma come si presenta a noi? Oggi, mentre celebriamo la Domenica della Parola di Dio, non possiamo non sottolineare che Egli entra in scena «proclamando il vangelo di Dio» (Mc 1,14). Gesù è vangelo. Il vangelo è Lui. Vangelo non è soltanto ciò che esce dalla sua bocca. In tutta la sua persona Gesù è vangelo. Credere nel vangelo vuol dire, perciò, aderire a Lui. L’invito che abbiamo colto dalle sue labbra: «venite dietro a me» (v. 17) indica fondamentalmente un’adesione personale a Lui.

C’è, però, un’altra cosa che Gesù fa subito ed è chiamare alcuni discepoli. Se durante questa Santa Messa stiamo celebrando il rito di ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato di tre nostri seminaristi (Donato, Marco e Nicola) noi non possiamo trascurare che il racconto del vangelo di questa terza Domenica del t.o. (anno B) è pure una storia di vocazione. Gesù chiama: chiama Simone e Andrea, chiama Giacomo e Giovanni. Li chiama è fa loro una promessa: «vi farò diventare pescatori di uomini» (v. 17).