Dio non ascolta la voce, ma il desiderio. Omelia nel Mercoledì delle Ceneri – Cattedrale di Albano, 1 marzo 2017

01-03-2017
Dio non ascolta la voce, ma il desiderio
Omelia per il Mercoledì delle Ceneri 2017

1. Duecento anni prima della nascita di Gesù visse a Gerusalemme un sacerdote di nome Simeone. Tutti lo stimavano saggio e perciò lo soprannominarono «giusto». Egli soleva dire che il mondo intero si regge su tre pilastri: la Legge di Dio, il culto e le opere di misericordia (cfr Pirqè Avot I,2). Studiare la Legge di Dio (la Torà, come la chiamano gli ebrei) significa volere conoscere la volontà di Dio. Domenica prossima, ascolteremo dalle labbra di Gesù che noi viviamo se ci nutriamo della parola che esce dalla bocca di Dio (cfr Mt 4,4). C’è poi il culto e allora si trattava di quello esercitato nel Tempio; Gesù, però, mostra di preferirne un altro, come dirà alla donna Samaritana: «i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4,23). Anche questo lo risentiremo e sarà nel vangelo della terza domenica di quaresima. Ci sono, infine, le opere di misericordia e queste, come dice il profeta Osea, valgono più di ogni altra offerta (cfr 6,6).

Gli studiosi del testo sacro spiegano che quando raccomandava l’elemosina, la preghiera e il digiuno Gesù pensava probabilmente a queste tre colonne che sorreggono il mondo. Abbracciano l’insieme delle nostre relazioni: con Dio, con gli altri, con il mondo e le cose. Sotto questo profilo sono davvero i pilastri della terra, per dirla col titolo di un noto romanzo.

Ma cosa è che sostiene veramente il mondo? Un testo ebraico ritrova nella Scrittura tutti i luoghi in cui ci sono date delle indicazioni in proposito, ma poi conclude che «il mondo poggia su di un solo fondamento e il suo nome è: giusto» (Talmud babilonese: Chagigàh 12b). Questo perché in Prov 10,25 si legge che «il giusto resta saldo per sempre».

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