Elisabetta, donna di discernimento

Omelia nella Santa Messa in preparazione al Natale con gli operatori della Curia Diocesana
21-12-2018
  1. Nel racconto della visita di Maria alla parente Elisabetta, appena proclamato dalle pagine del Vangelo, c’è l’incontro di due donne, congiunte l’una all’altra dal dono della maternità. La relazione fra loro era già stata annunciata dall’angelo, quando alla Vergine di Nazaret aveva detto: «ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio» (Lc 1, 36). Si tratta, però, di un rapporto da leggere anche in contrasto: la prima madre è simile alla terra vergine appena scaturita dalla parola del Creatore, che ora offre il suo germoglio; la seconda, invece, è come una terra desertificata, che all’improvviso rivive e dà frutti.

Durante la prima Lettura, però, abbiamo ascoltato un testo del Cantico che dice: «Una voce! L’amato mio! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline» (2,8). Così la Chiesa ci aiuta a capire che dobbiamo leggere in maggiore profondità: nell’incontro fra le due madri, infatti, si realizza l’incontro fra i loro due figli. Ci sono interpreti del testo sacro che riconoscono nel viaggio di Maria un’attualizzazione della salita dell’arca verso Gerusalemme (cf. 2 Sam 6, 2): in questo caso è lei la nuova arca, che custodisce la nuova Alleanza, Gesù. È, dunque, Lui che in Maria si apre la strada per venire ad abitare fra noi (cf. Gv 1, 14).