Figlio del Creatore del mondo e del falegname di Nazaret

Omelia nella festa di san Giuseppe lavoratore - Santuario di San Giuseppe, San Giuseppe Vesuviano (NA)
01-05-2021

La festa liturgica di san Giuseppe in questa data del 1° maggio è generalmente un po’ sottotono, quasi surclassata dalla festività civile. È una festa voluta dal papa Pio XII, che l’annunciò proprio in questo giorno del 1955 guardando – come disse nell’affollata piazza san Pietro – all’umile artigiano di Nazareth che impersona presso Dio e la Chiesa non solo la dignità del lavoratore, ma anche il provvido custode loro e delle loro famiglie. Ecco, allora che il nostro incontro ha oggi il carattere di una singolare attualità e respira il senso profondo della Chiesa la quale, per il 2021 ha voluto la coincidenza di un singolare anno dedicato a san Giuseppe con l’Anno della famiglia. Sono due temi, fra l’altro, che per le eccezionali situazioni collegate alla pandemia esigono un nostro particolare impegno. L’ascolto della Parola del Signore e la preghiera, fatti personalmente e in comune, possono per questo renderci più attenti, più sensibili, più impegnati. Un richiamo, questo, che ci giunge anche da Francesco, il quale nella lettera Patris corde (8 dicembre 2020) ha scritto: «In questo nostro tempo, nel quale il lavoro sembra essere tornato a rappresentare un’urgente questione sociale e la disoccupazione raggiunge talora livelli impressionanti, anche in quelle nazioni dove per decenni si è vissuto un certo benessere, è necessario, con rinnovata consapevolezza, comprendere il significato del lavoro che dà dignità e di cui il nostro Santo è esemplare patrono» (n. 6).