Il modello per una comunità educante

Omelia nella festa di san Benedetto - parrocchia San Benedetto Abate, Pomezia
11-07-2021
  1. A noi che, in questo anno liturgico, stiamo seguendo di domenica in domenica e leggendo pagina dopo pagina il testo del vangelo secondo Marco (cf. Mc 6,7-13), l’evangelista racconta un momento di svolta nella vita dei discepoli di Gesù. Fino a questo momento, come bravi «discepoli» lo avevano seguito, abitando pure insieme con lui. La parola «discepolo», difatti, indica proprio la figura di chi apprende da un maestro non soltanto imparandone gli insegnamenti, ma pure condividendone le scelte di vita, le gioie e le ansie, persino le preoccupazioni di fronte a progetti di morte. Sempre san Marco annota che, dopo la guarigione di un uomo dalla mano paralizzata compiuta in giorno di sabato, «i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire» (3,16).

Nella formazione dei discepoli ora, però, è giunto il momento di fare un passo in avanti. Il processo educativo è sempre così: aiutare a crescere vuol dire sempre guidare per un passo in avanti. E così ha fatto Gesù. Aveva detto loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini» (Mc 1,16). Ora quel momento è giunto ed ecco che – come abbiamo ascoltato – Gesù «prese a mandarli a due a due».

Sul brano del Vangelo si potrebbero fare tante riflessioni, a cominciare dai particolari di questa missione. Oggi però, desidero sottolineare proprio questo invio a due a due. Una prima ragione sta nella tradizione biblica della testimonianza, la quale, per essere valida, ha bisogno di almeno due testimoni (cf. Deut 17,6; 19,15; Num 35,30). Una seconda motivazione può consistere nell’importanza del reciproco aiuto. Ce n’è, anche una terza e si tratta della testimonianza della carità. Devono mostrare anzitutto che si vogliono bene come fratelli. Possiamo, però, scoprire un’ultima e fondamentale ragione, che per noi è la più importante e sta nel fatto che dove due stanno insieme, c’è sempre un terzo, che si aggiunge ed è Gesù stesso: «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20).