Intervento in aula all’Assemblea speciale sul tema “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale” (6 – 27 ottobre 2019)

07-10-2019

Vedere-ascoltare, giudicare-discernere, agire. È bello che questo Instrumentum laboris (IL) abbia arricchito uno schema classico con la dimensione dell’ascolto (cf. IL 2-5). “La sinodalità comincia con l’ascolto”, ripete il Papa. “Ascoltare” vuol dire anche accogliere, e dire a un altro: tu sei importante per me. Con l’ascolto viene sottolineato come lo sguardo cristiano non possa limitarsi all’analisi lucida della realtà. Se tale momento resta imprescindibile, i discepoli e le discepole di Cristo devono avere il coraggio di farla risuonare nel proprio cuore, di sentirla fin nel viscere. Il grido degli ultimi non deve lasciarci in pace un solo minuto perché in quello del povero c’è il grido di Cristo.

Ora, se ascoltiamo davvero questa realtà notiamo quanto il tempo di questo Sinodo sia eloquente. Esso si svolge un anno dopo dell’Assemblea dedicata ai giovani. Un grande evento in cui la Chiesa s’è interrogata su come camminare al fianco delle nuove generazioni, spesso considerate indifferenti, lontane e apatiche. Nel frattempo, proprio nel tempo intercorso fra i due Sinodi, il mondo giovanile – quello che spesso rifugge gli impegni stabili e di lunga durata – ha dato vita a un movimento globale di lotta pacifica per la protezione dell’ambiente. Dopo un lungo periodo di assenza dalla scena pubblica, tanti e tanti ragazzi e giovani sono scesi in piazza, in modo continuativo, per chiedere agli adulti di non giocare con il loro futuro. Certo, come tutte le azioni umane, anche questo movimento giovanile non è esente da difetti o rischi di manipolazioni o ideologizzazioni. Ci rivela, però, un fatto importante: i ragazzi e i giovani avvertono, più di tanti altri, il problema di costruire una nuova relazione, di tipo non predatorio, con il Creato. E vedono nell’indifferenza di ampi settori politici ed economici verso il “grido della Terra” una minaccia reale e concreta per il proprio domani. Questa loro preoccupazione non può non scuoterci come Chiesa. Anche perché proprio l’esortazione Laudato si’ ha contribuito a creare una nuova sensibilità diffusa sulle sofferenze del pianeta, che – tra parentesi – sono anche le nostre, qui in Italia, in Europa.