La filantropia del Padre

Omelia nella Messa della notte di Natale 2019
25-12-2019
  1. La storia che questa notte ci è stata narrata durante la proclamazione del vangelo, si sviluppa su due livelli ben distinti: uno è il livello terrestre, l’altro è quello del cielo. Osserviamoli. Anzitutto il livello terrestre. La descrizione inizia con un tono abbastanza solenne: si tratta di un decreto imperiale, che giunge dalla capitale di una potenza militare che si è estesa da occidente a oriente e vuole fare la conta di tutti i sottoposti al suo dominio. La visuale poi si restringe per fermarsi in un angolo della Giudea e mostrarci la scena di «alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge».

Standosene svegli e vigilando sul gregge per una notte intera, così il vangelo ci descrive questi pastori. Cosa avranno fatto durante questo tempo? Parlottato fra loro, forse; mangiato qualcosa e poi … nel silenzio notturno, quando si è soli c’è tanto spazio per i pensieri! Quali? Di questo noi possiamo aver fatto esperienza, magari in una notte insonne. Non ci sarà, dunque, difficile immedesimarci. Per uno ci sarà stata ansietà per una persona cara; per un altro ci saranno problemi di salute, incertezze personali, situazioni di sconforto; qualcun altro sarà stato semplicemente annoiato, oppure irritato per un litigio, o anche col cuore colmo di speranza per una buona notizia giunta dalla famiglia … È solo un veloce elenco di ciò che potrebbe albergare anche nel nostro cuore, in una solitaria notte di veglia.