La Madre della Misericordia. Omelia nella solennità di Santa Maria della Rotonda, 1 agosto 2015

01-08-2015
1. La solennità di Santa Maria della Rotonda quest’anno vogliamo celebrarla nella prospettiva dell’annunciato giubileo straordinario della Misericordia, indetto da Francesco con la bolla Misericordiae Vultus; un «anno santo», che per tutta la Chiesa cattolica avrà inizio il prossimo 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, e per tutte le Chiese diocesane nella successiva Domenica, terza di Avvento.
Quest’immagine della Santa Madre di Dio, onorata col titolo «della rotonda» a motivo della struttura architettonica di questo antichissimo edificio successivamente passato all’uso cristiano, noi la veneriamo anche come «madre della Misericordia». Da secoli, infatti, i fedeli di Albano le si inginocchiano dinnanzi e nelle circostanze più tragiche della loro storia invocano per intercessione della Vergine la divina misericordia. Così fecero nelle tristissime vicende del colera del 1867 che provocò la morte di tantissimi e, fra questi, l’11 agosto, quella del Servo di Dio Ludovico Altieri. È da allora che la nostra festa si celebra nella prima Domenica di agosto.
Per venerare la Madre della Misericordia il santuario della Rotonda sarà insieme con la Basilica Cattedrale luogo privilegiato per i riti e le iniziative di pietà popolare che saranno programmati in vista del Giubileo straordinario: «la dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio» (Misericordiae Vultus, 24).
 
2. Nella sua lettera d’indizione (cfr n. 24), Francesco mette in luce tre motivi per i quali Maria è giustamente invocata come Madre della Misericordia. Anzitutto perché dall’eternità ella è stata sognata, pensata e voluta dall’eterno Padre come madre. «Predestinata madre», la indica per ben due volte il Concilio Vaticano II (cfr Lumen gentium 56. 61). L’amore del Padre l’ha voluta quasi Arca dell’Alleanza tra Dio e gli uomini. Maria, a sua volta «è entrata nel santuario della misericordia divina perché ha partecipato intimamente al suo mistero di amore».
Un teologo del XVII secolo, protagonista fra i precursori del movimento mariano (cfr Ippolito Marracci, Notae ad Mariale: PL 211, 761), commentando il titolo di mater misericordiae spiega che Maria, in quanto madre dell’incarnato Figlio di Dio, lo è doppiamente. In quanto vero Dio, infatti, Gesù ha come sua proprietà essenziale l’essere infinitamente misericordioso: cui proprium est misereri semper et parcere. Il Figlio eterno del Padre, però, è nato da Maria come vero uomo e pertanto, come leggiamo nella Lettera agli Ebrei, «doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova» (2, 17-18). Maria è Madre della Misericordia elevata al quadrato. Come scrive Francesco, «tutto nella sua vita è stato plasmato dalla presenza della misericordia fatta carne».
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