Lo sguardo dell’amore

Omelia nella festa della Natività della B. V. Maria - Monastero di Bose
08-09-2018
  1. Carissimi, vi propongo di lasciare riecheggiare nell’animo le poche parole dell’Apostolo, che abbiamo udito all’inizio della proclamazione della prima Lettura: «noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio» (Rm 8, 28). Chi tutto lascia convergere per il nostro bene è Dio stesso; è lui che tutto raccoglie in modo che confluisca, a favore nostro, per la nostra gioia. Tutto, anche le sofferenze che attualmente ci affliggono; i gemiti dell’intera creazione, che si uniscono ai nostri nel parto doloroso del mondo nuovo; l’esperienza della nostra fragilità, che però è confortata dallo Spirito… tutto – e penso anche le nostre mancanze, i nostri sbagli… – tutto Dio fa in modo che cooperi, concorra, faccia sinergia per il bene di ciascuno noi.

Se amiamo Dio, cioè se lo amiamo! Non sono un biblista, ma suppongo che non siano molte le volte in cui nelle sue Lettere san Paolo si sofferma sul nostro amore verso Dio. Molte di più sono le volte in cui avverte che l’amore di Dio ci precede, ci avvolge, ci sospinge (cf. 2Cor 5, 14). Anche nel brano offerto dalla Liturgia di oggi c’è il richiamo a questo amore che si sviluppa in crescendo fin dal principio per realizzare in noi la condizione di figli nel Figlio. Capiamo che amare Dio significa anzitutto essere amati da lui. Come scrive Agostino: «con coloro che lo amano, Dio coopera in ogni cosa per il bene. Se coopera in ogni cosa, lo fa anche per la stessa carità che otteniamo in virtù della fede, affinché per mezzo della sua grazia amiamo Dio il quale ci ha amati per primo (1Gv 4, 19) affinché credessimo in lui e, amandolo, compiamo il bene che noi non abbiamo compiuto per essere amati» (Epist. 186, 3.7).

Vogliamo, dunque, fratelli e sorelle, riposare su questo amore del Padre, che ci ama e ci rende capaci di amarlo. Riposiamoci in questo amore, cercando, così, di imitare la Vergine di Nazareth, quando dall’Angelo sentì la dichiarazione d’amore: rallegrati, gioisci piena di grazia. Scopriamoci amati da Dio, come la Santa Madre di Dio che ne fatto l’esperienza sì da esclamare: «ha rivolto lo sguardo su di me, povera sua serva» (cf. Lc 1, 48). Sentiamoci avvolti da questo amore e come lei diciamo: Amen, avvenga per me come piace a Dio.