Maria, madre del discernimento

Omelia per la XXIII Giornata Mondiale della Vita Consacrata
02-02-2019
  1. Abbiamo appena ascoltato il racconto del Vangelo: è una storia che scorre tranquilla, conservando intatti i toni e i colori caldi del Natale. Il suo contesto è certamente più solenne rispetto al presepio di Betlemme. Ora siamo a Gerusalemme e, dall’insieme del racconto, capiamo di doverci ambientare nel Tempio. È lì, infatti, che i genitori «portavano il bambino Gesù» e, durante questo cammino, si fanno loro incontro Simeone, «uomo giusto e timorato di Dio», e Anna, una vedova ormai anziana d’età. Dopo i pastori e i magi, anche loro si mettono attorno a Gesù per formare la sua famiglia spirituale. «Guardate l’esordio della Chiesa nascente», ci direbbe sant’Ambrogio (Exp. Ev. sec. Lucam, II, 50: PL 15, 1571). E mentre questa Chiesa piano piano si formava e s’accresceva, anche Gesù «cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui».

All’improvviso, però, accade qualcosa d’imprevisto: Simeone interrompe la sua benedizione e pronuncia un oracolo. Su Gesù, anzitutto: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Subito, però, ne aggiunge un altro e questa volta sulla Madre: «e anche a te una spada trafiggerà la tua anima». Maria è coinvolta nella missione di Gesù. Quello che riguarda Gesù riguarda anche lei, perché del Figlio la Madre è la generosa socia (cf. Lumen gentium, 61): sempre presente con la sua tenerezza materna, con la sua fede integra, la sua intercessione potente. «Generoso» vuol dire dall’animo forte e «compagno» indica chi condivide tutto. Così, anche a favore nostro, guardiamo a Lei in questa festa che, come insegnava san Paolo VI, è «memoria congiunta del Figlio e della Madre» (Marialis cultus, 7). Che ci sia generosa compagna!