Missionari in comunione e in povertà

Omelia per l’inizio ufficiale del ministero parrocchiale di D. Jesus Grajeda - Parrocchia Natività della B.V. Maria, Marino–Santa Maria delle Mole
10-07-2021
  1. Il santo vangelo di questa Domenica (cf. Mc 6,7-13) è particolarmente adatto per la circostanza che stiamo vivendo: l’inizio ufficiale del ministero di parroco di d. Jesus [Grajeda]. Egli è con voi già da diversi anni e avete avuto modo di conoscerlo, così come egli si è reso conto della realtà di questa comunità mostrando di amarla mediante un ministero attento, intelligente e generoso. Il rito che stiamo celebrando era previsto fin dal principio ed avremmo dovuto compierlo da tempo; è poi intervenuta la crisi della pandemia che ha consigliato di rinviarlo. Lo compiamo oggi, quando altre circostanze intervenute gli danno pure il carattere di un mio saluto ufficiale a questa comunità parrocchiale che certamente, come tutte le altre della Diocesi, mi è molto cara; essa, però, ha di proprio l’essere dedicata alla Natività della Beata Maria Vergine, una festa liturgica che coincide col giorno che cinquant’anni or sono, d’intesa col mio Vescovo, scelsi per la mia ordinazione sacerdotale.

Il racconto evangelico ha cominciato col dirci che «Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due». Gesù chiama a sé, ma non per trattenere; piuttosto per mandare. Appare qui un binomio, che è molto importante e che vale per qualsiasi vocazione nella Chiesa: vocazione e missione. In principio Gesù aveva chiamato i discepoli «perché stessero con lui» (Mc 3,14) e questo era necessario perché soltanto nell’intimo e quotidiano contatto con lui avrebbero potuto entrare nel suo stile e imparare a imitarlo. La vocazione del Signore, però, non è una chiamata all’intimismo, ma all’apostolato. Fin dal principio, infatti, li aveva chiamati «apostoli», che vuol dire inviati.