Omelia del Vescovo nella Solennità di Cristo Re e per l’ordinazione di tre diaconi permanenti. Cattedrale 25 Novembre 2007

30-11-2007

 

1. Anche noi, mettendoci dalla parte del popolo raccolto sul Calvario, vogliamo osservare la scena che il santo Vangelo ci ha appena descritto (cf. Lc 23, 35-43). Riconosciamo tre categorie di persone. I capi, anzitutto. L'evangelista scrive che schernivano Gesù e e lo deridevano; letteralmente, 'storcevano il naso' in segno di nausea, disgusto e disapprovazione. Ci sono, poi, i soldati i quali, a loro volta, si prendono spasso di Gesù; con lui continuano a 'giocare al re' e a prendersene burla. Da ultimo c'è uno dei malfattori che lo ingiuria, anzi lo 'bestemmia'. È, dunque, un'ora tremenda per Gesù. Il diavolo che se n'era andato scornato dal deserto, ora è tornato (cf. Lc 4, 13) e gli assalti, le tentazioni sono ancora tre: Gesù, tu non vali nulla né religiosamente, né politicamente, né umanamente.

Contempliamola ancora questa scena, perché è la scena di sempre. Luca scrive che il popolo se ne stava come in contemplazione, theoron: anche oggi è questa la 'teoria' su Gesù. Egli è oggetto di scherno e di ironia. Oggi si predilige sollazzarsi col sacro. Basta guardare qualche spettacolo alla TV: le barzellette su Gesù, su la Vergine Maria, sulla Chiesa' ma anche quelle su Allah, su Maometto' fanno ridere e applaudire, come quelle sul sesso. Rien n'est sacré, tout peut se dire: è il titolo di un testo anarchico contemporaneo, già tradotto in lingua italiana (cf. R. Vaneigem, Niente è sacro, tutto si può dire. Riflessioni sulla libertà di espressione, Milano 2004). È questa la moderna 'teorizzazione'.

“”