OMELIA DEL VESCOVO per l’ordinazione presbiterale di Antonio Jorge DO AMOR DIVINO, Alessandro MANCINI e Claudionor ALVES DE LIMA

31-10-2008

1. Oggi è la festa di tutti i Santi: di quelli, anzitutto, che, avendo già oltrepassato la soglia di questa vita terrena, hanno l'occhio libero per contemplare il volto di Dio. “”Sono una moltitudine immensa””, come abbiamo ascoltato dal libro dell'Apocalisse (7,9). Chi può contarla? Solo Dio, che è al di là di ogni numero. A noi basta sapere che vi sono inclusi pure nomi a noi famigliari, i nomi di chi ci ha voluto e ci ha fatto del bene ' a cominciare, magari, dai nostri genitori e parenti, se già sono morti -, nomi che né noi, né il Signore potremo mai dimenticare. Anche quei santi, oggi sono tutti convocati. Oggi, però, è anche la festa di tutti noi, che, avendo l'occhio ancora appannato dall'umana debolezza, non riusciamo ancora a vedere “”ciò che saremo””, ma già lo sappiamo di essere figli di Dio (1Gv 3,2).

Le Beatitudini evangeliche fanno sì che queste due Chiese si tengano quasi per mano, la mano nella mano. Alle orecchie dei santi del cielo ciascuna di esse ricorda il tempo di quand'erano nel pianto, nella fame, nella tribolazione e li rende compassionevoli e buoni verso di noi; ed a noi, che ancora pellegriniamo su questa terra, le Beatitudini aprono, nella speranza, il gaudio della “”città del cielo””. Al Muhasibi, un mistico islamico vissuto nel nono secolo (+ 857), diceva che “”i migliori credenti sono quelli che la vita futura non distoglie dalla vita terrena, né la vita terrena da quella futura””.

La Divina Liturgia ci permette di vivere in questo transito del cielo sulla terra e della terra verso il cielo. Essa, infatti, ci rende partecipi alla liturgia celeste e lo fa “”per anticipazione””, come si trova nella Costituzione Liturgica del Vaticano II (cf. Sacrosanctum Concilium, 8), che letteralmente scrive praegustando, facendo ricorso ad un verbo che al senso dell'anticipazione unisce quello della degustazione, sì da stimolare in noi l'appetito, il desiderio delle cose celesti. Quante volte, da bambini, magari assistendo la mamma mentre in cucina preparava un bel dolce, non abbiamo steso la mano' per “”pregustarlo””? Così è anche la Santa Liturgia: il luogo della nostra infanzia spirituale, dove possiamo attingere al vino nuovo, che il Signore gusta nel regno del Padre (cf. Mt 26,29). Ogni Liturgia, e specialmente ogni Eucaristia, è un appuntamento in paradiso; anzi, è già un incontro fra cielo e terra.

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