OMELIA DEL VESCOVO. Terzo anniversario morte Giovanni Paolo II

02-04-2008

'Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito'. In questa brevissima espressione, troviamo la sintesi della salvezza. Nel contesto del colloquio di Gesù con Nicodemo, da cui è tratta nel capitolo 3 del Vangelo secondo Giovanni, essa può essere intesa come uno sguardo di contemplazione verso il Figlio dell'uomo 'innalzato' (cf Gv 3, 14). Ed è pure un'esclamazione di stupore davanti ad un'opera inattesa, sorprendente, al di là di ogni previsione e aspettativa. Dio ama, ama molto. 'Tanto Dio ha amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito''.

 

Il papa Benedetto XVI ha citato questa medesima espressione all'inizio della sua prima lettera enciclica Deus caritas est, scrivendo così: 'Abbiamo creduto all'amore di Dio - così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. Nel suo Vangelo Giovanni aveva espresso quest'avvenimento con le seguenti parole: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui ... abbia la vita eterna»' (n. 1). Così intesa, l'affermazione giovannea è un appello alla nostra risposta: sì, noi abbiamo creduto all'amore.

 

Quella che abbiamo ascoltato, miei fratelli e sorelle,  è davvero una parola che fa vivere, una 'parola di vita' (cf. Gv 6, 68). Dio, infatti, non solo ama, ma ama donando! Proprio questa forma è l'amore più grande perché, come ha detto Gesù, nessuno ha un amore più grande di chi dona la propria vita (cf. Gv 15, 16). Se è vero che la vita è un dono, lo è altrettanto che il dono è vita.

 

Dio ha donato il suo Figlio' I significato si sovrappongono: donare un figlio è lo stesso che generare un figlio, perché i figli non si 'fanno', ma si donano: ad una coppia, ad una famiglia, alla società, alla Chiesa' Sembra quasi che l'evangelista voglia dirci questo: il Padre ha generato nell'eternità il suo Figlio per poi donarlo a noi nel tempo. I figli non si generano per avere la soddisfazione di averne uno. I figli non si generano per averli, ma per donarli. Questo è vero per noi perché da sempre è vero per Dio. Anche il Padre non genera dall'eternità il Figlio per la semplice soddisfazione di avere un figlio. La stessa vita intima di Dio si mostra, così, quale salvezza per noi. ...

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