Omelia nel 130° anniversario della nascita del Venerabile Servo di Dio Antonio Palladino, sacerdote – Cerignola, 10 novembre 2011

10-11-2011

Passando nelle anime sante, (la Sapienza) prepara amici di Dio e profeti (Sap 7,27). Da quest'affermazione del Libro della Sapienza vorrei iniziare, davanti a voi e con voi, la mia riflessione sulla Parola di Dio. È un giorno, questo, dalla Chiesa dedicato alla memoria di San Leone Magno, un Papa veramente «grande» per il suo quotidiano servizio alla verità nella carità e per avere legato la liturgia alla vita quotidiana dei cristiani (cfr Benedetto XVI, Udienza del 5 marzo 2008). Anche noi, allora, domandiamo allo Spirito un animo docile perché tutto quello che celebriamo sappiamo esprimerlo sempre nella vita, in ogni situazione e in ogni circostanza. Ci sia di esempio il venerabile Antonio Palladino, di cui oggi ricordiamo il 130° anniversario della nascita.

1. Il riconoscimento dell'eroicità delle sue virtù ' sanzionato dal papa Benedetto XVI ormai da quasi un anno -, ci permette di guardare con occhio ancora più attento a lui che, durante una non lunga esistenza (quarantaquattro anni di età e poco più di venti di vita sacerdotale), ha vissuto animando e sostenendo nei fedeli i doni e i carismi suscitati dal Signore, come leggiamo in Ef 4, 11-13): «Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo».

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