Omelia nella prima domenica di quaresima, elezione dei catecumeni, 17 febbraio 2013

17-02-2013

1. Con la prima Domenica di Quaresima noi compiamo i primi passi del cammino appena iniziato il mercoledì delle ceneri. È un tempo, la quaresima, al quale sono riservate espressioni molto significative, come «primavera dello spirito» e «tempo favorevole per la nostra salvezza». L'antica preghiera Colletta la chiama «segno sacramentale della nostra conversione». Vuol dire che tutto ciò che esteriormente siamo chiamati a compiere ' ossia gli exercitia quaresimali, che sono la preghiera più intensa, l'elemosina più generosa e il digiuno più rigoroso, compiuti come Gesù ci ha chiesto, ossia nel segreto, ma sotto gli occhi del Padre celeste ' deve essere come la traduzione, meglio ancora la trasparenza della nostra conversione, ossia del cambiamento di rotta della nostra vita. Come una barca sul mare, essa deve essere decisamente orientata verso il «porto della salvezza», che è Cristo. C'è un bellissimo testo di Sant'Ambrogio, che dice così: «Navigano bene coloro che sulla nave scelgono come albero la Croce di Cristo e da lì scrutano il soffiare dei venti; per dirigersi verso la grazia dello Spirito, sicuri e stretti a questo legno del Signore: e non permettono che la barca se ne vada errando per le onde, ma puntano la rotta verso il porto della salvezza» (In Ps XLVII Enarratio 13: PL 14, 1151). È così che dobbiamo navigare nel tempo di Quaresima: standocene bene stretti all'albero della Croce.

Per antica tradizione della chiesa romana, il brano del Vangelo proclamato nelle prima Domenica di Quaresima è quello sul digiuno di Cristo e sulla tentazione; nella seconda Domenica è il racconto della Trasfigurazione. Questi due brani danno come il tono a tutto l'itinerario quaresimale. Essi, infatti, ci mostrano che cosa dobbiamo lasciare ' la rinuncia a satana, nel vangelo delle «tentazioni» -  e ciò verso cui, invece, dobbiamo orientarci ed è la «trasfigurazione». La Quaresima, infatti, è un progressivo spogliarci ' mediante la rinuncia a satana - di quello che l'Apostolo chiama «uomo vecchio», per rivestirci di Cristo, che è l'«uomo nuovo».

Per voi, carissimi, che con questo rito abbandonate la condizione di «catecumeni» e siete iscritti fra gli «eletti» per ricevere, nella prossima Veglia Pasquale i sacramenti pasquali, questo itinerario ha un significato tutto speciale. In questa Quaresima, difatti, voi, siete chiamati ad anticipare nel vostro percorso spirituale ciò che poi, nei riti, sarà compiuto la notte di Pasqua. Allora farete ufficialmente la rinuncia a satana  e, dopo il lavacro battesimale, riceverete anche il segno esterno della veste bianca. Celebrerete, insomma, quel che avrete vissuto in questi quaranta giorni.

 

2. Tutti, adesso, riflettiamo sul vangelo delle tentazioni di Gesù, poiché tutti siamo sottoposti a queste medesime tentazioni. Come insegna sant'Agostino (e lo ha ricordato oggi anche il Papa nella preghiera dell'Angelus) Gesù ha preso da noi le tentazioni, per donare a noi la sua vittoria (cfr Enarr. in Psalmos, 60,3: PL 36, 724).

La tradizione spirituale, ispirandosi a 1 Gv 2,16, ha individuato queste tre tentazioni nella concupiscenza della carne, nella concupiscenza degli occhi e nella superbia della vita. «Concupiscenza» vuol dire desiderio veemente e smodato, che si oppone ai dettami della ragione umana. Cerchiamo, però, di descriverle, queste tentazioni, con un linguaggio più attuale.

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