Omelia nella Santa Messa a conclusione del XLV Congresso Nazionale dei direttori degli Uffici Catechistici, Pesaro – 23 giugno 2011

23-06-2011

Gen 16,1-12.15-16; Mt 7, 21-29

Si è scelto di tenere questo nostro Convegno Nazionale a Pesaro non anzitutto per la bellezza del territorio e l'ospitalità della gente, che pure abbiamo ammirato e gustato, ma prima di tutto perché in questa terra marchigiana, con centro ad Ancona, nel prossimo mese di settembre sarà celebrato il XXV Congresso Eucaristico Nazionale. Era, dunque, opportuno, che per la celebrazione della Messa nella giornata conclusiva ricorressimo al formulario della Messa Votiva della Santissima Eucaristia. Sacramentum caritatis, lo proclama, come ascolteremo fra poco, la preghiera super oblata. L'espressione è tipica di San Tommaso d'Aquino e da lui, come sappiamo, l'ha tratta Benedetto XVI per dare il titolo alla sua prima esortazione apostolica. Sacramentum caritatis, spiega l'Angelico, quasi figurativum et effectivum (cfr STh III, q. 78 a. 3 ad 6); sacramento che esprime la carità di Cristo e realizza la carità fra di noi (cfr Super Sent., IV d. 8 q. 2 a. 2 qc. 3 ad 5). In questa medesima, fraterna carità noi ringraziamo la Chiesa di Pesaro e il suo Pastore per la loro ospitalità eucaristica. Al vescovo Piero sono anche personalmente grato per le parole riservatemi nell'intervento di saluto lo scorso lunedì pomeriggio; da qui riprendo alcune parole espressioni, che ci aiutano a vivere bene questa Santa Messa: «Nell'Eucaristia troviamo una certezza da cui non possiamo prescindere. Il Signore è quella presenza che una volta incontrata, diventa Parola di vita eterna che rende tutti noi e ciascuno parole di vita eterna. È Lui la Parola, noi siamo le sue parole».

La parola di Gesù ' lo abbiamo appena ascoltato dalla proclamazione del Vangelo ' aveva una singolare «autorità», tale da lasciare stupiti gli ascoltatori. Si faceva il confronto: «non come i loro scribi». Se questi, infatti, insegnavano citando le autorità, Gesù aveva autorità; meglio, era autorevole. Da dove gli veniva una tale autorità e perché?

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