Omelia nella Solennità dell’Epifania 2001

06-01-2001

OMELIA

NELLA SOLENNITÀ DELL'EPIFANIA 2001

Al punto in cui siamo giunti nel nostro cammino giubilare, possiamo assumere la storia dei Magi come simbolo della nostra storia personale. Possiamo farlo a partire da dove il racconto finisce: 'per un'altra strada fecero ritorno al loro paese'. Ogni umano percorso, anche quello che alla fine ti conduce a Gesù, può nascondere un'insidia, un tranello, un ostacolo. Non possiamo amare la strada più della meta alla quale conduce. Ogni punto d'arrivo esige, in ogni caso, un ri-cominciare, un cercare un'alta strada. Imitare i Magi nella loro ricerca di Cristo salvatore dovrà significare che abbiamo deciso di uscire dalle nostre abitudini, o almeno di metterle in discussione, per rimanere cercatori di Dio, pellegrini dell'Assoluto. Soffermandosi su questo itinerario cambiato e rinnovato, sant'Agostino scriveva: Via mutata, vita mutata est. 'Noi dunque, carissimi, di cui quei Magi costituivano le primizie; noi, eredità di Cristo sparsa fino agli estremi confini della terra...: ora che abbiamo conosciuto il Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo ... ora lo dobbiamo testimoniare qui in terra, in questa dimora del nostro corpo, in modo da non ripassare per la via per la quale siamo venuti e da non ricalcare le orme del nostro anteriore modo di vivere. Questo significa che i Magi non ritornarono indietro per la stessa strada che avevano percorso nel venire. Cambiando la via è cambiata anche la vita' (Discorso 202, 4).

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