Omelia nella Trasfigurazione del Signore

06-08-2009

1. Come i grandi misteri del Natale e della Pasqua, anche la Trasfigurazione del Signore è mistero di luce. Adest dies celebris/ Quo lux luxit tenebris, canta un Inno medievale (Sequentiae Ineditae des Mittelalters, ed. G. M. Dreves, Leipzig 1890, 21): 'Ecco il giorno magnifico in cui la luce brillò fra le tenebre'. È Gesù, questa luce. In Lui, il Figlio di Dio che si è fatto uomo nel grembo della Vergine, si è come concentrata la luminosità divina. La 'luce inaccessibile' nella quale abita il Padre (cf. 1Tim 6,16) diventa accessibile agli uomini nel mistero dell'Incarnazione. Quando è nato Gesù, infatti, 'è venuta nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo' (Gv 1,9).

Il mistero della Trasfigurazione è contenuto in questo raggio di luce e oggi noi, durante questa celebrazione liturgica, desideriamo goderne come i tre Apostoli. Diciamo, dunque, al Signore: 'È bello per noi stare qui' (Mc 9,5). Ogni celebrazione della Liturgia, infatti, è un momento privilegiato dell'agire di Dio, che ci viene incontro e si fa vicino a noi per attirarci a Sé e per salvarci; in ogni celebrazione della Liturgia la Chiesa, con un'eco molteplice, risponde all'annuncio del Vangelo: 'La luce è venuta nel mondo' (Gv 3,19).

Anche oggi la Chiesa acclama al Signore lux de lumine, 'luce da luce' e domanda che dallo splendore della sua gloria siamo tutti interiormente rinnovati (cf. Super Oblata). La liturgia orientale, a sua volta, nel 'Mattutino' di questo giorno loda così: 'Luce immutabile della luce del Padre non generato, o Verbo, nella tua luce brillante oggi sul Tabor abbiamo visto la luce del Padre e la luce dello Spirito, che illumina ogni creatura' (Exapostilario).

2. Meditando sul mistero della Trasfigurazione, noi possiamo muoverci in più direzioni, tutte indicateci dal Prefazio di questa festa. Una ci conduce a considerare la gloria di Gesù che si rivela agli Apostoli: 'Dinanzi ai testimoni da lui prescelti, egli rivelò la sua gloria'. Quale gloria? Non si tratta di un bagliore materiale, per quanto l'evangelista, come abbiamo ascoltato, accumulando i superlativi si diffonda nel darci dei paragoni: gli abiti di Gesù appaiono splendenti, di un candore che umanamente è impossibile realizzare (cf. Mc 9,3). In realtà dobbiamo entrare nella dimensione della fede, perché, come leggiamo all'inizio del Quarto Vangelo, si tratta della 'gloria di Figlio unico che viene dal Padre' (Gv 1,14; cf. 2Pt 1,17). Come l'evangelista san Giovanni ' che fu uno dei testimoni della Trasfigurazione ' anche noi, dunque, professiamo che Gesù è il Figlio di Dio.

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