Omelia nella veglia pasquale, 3 aprile 2010

03-04-2010

La Veglia che stiamo celebrando porta al suo culmine e al suo compimento il Triduo pasquale, iniziato il Giovedì Santo con la celebrazione della Messa 'nella Cena del Signore'. L'umile gesto della lavanda dei piedi, compiuto da Gesù per i suoi discepoli e commemorato in quella Liturgia, aveva già messo dinnanzi a noi il segno dell'acqua. Essi ora ci è riproposto dalle letture bibliche di questa notte, a partire dal racconto della creazione: in principio 'lo spirito Dio aleggiava sulle acque' (Gen 1, 2). Anche la narrazione dell'Esodo  ci ha presentato il segno dell'acqua: nel mare che sbarrava la fuga dall'Egitto Dio aprì per Israele una strada di salvezza. La profezia di Ezechiele, infine, ci ha consegnato una promessa: 'Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati' (36, 25). Tutti questi annunci ci proiettano già verso la celebrazione del sacramento del Battesimo, quando invocheremo sull'acqua la grazia di Cristo e la potenza dello Spirito perché si compia la rigenerazione di quattordici fratelli e sorelle catecumeni e anche di una bambina neonata, che i genitori presentano al fonte battesimale. A tutti loro, pertanto, con i loro famigliari, padrini e madrine, desidero dirigere il mio primo, affettuoso saluto. È una grazia per la Chiesa di Albano potere anche quest'anno sperimentare una simili gioia. L'annuncio pasquale è per loro davvero e in tutti i sensi il principio di una vita risorta, di una vita nuova. A loro, in particolare, con le parole di un antico Vescovo dico: 'Affrettatevi, figli catecumeni, alla grazia del Battesimo perché, deposto ogni peccato, siate in tutto purificati presso il Signore Gesù. Fra tutte le veglie, che si celebrano in onore del Signore questa è al di sopra di tutte ed è chiamata per eccellenza «veglia del Signore».
...
“”