Omelia nell’Ordinazione al Diaconato di Fr. Luca Sciarelli o.carm

26-09-2010

Am 6,1a.4-7

1Tim 6,11-16

Lc 19-31                   

 

1.         Celebriamo questa Sacra Ordinazione in un giorno che potremmo dire tre volte bello. Perché è Domenica, anzitutto, e in questo giorno il Signore ci offre un duplice dono: quello dell'incontro con Lui e l'altro del nostro stare insieme in una fraternità che ci fa cantare: Congregavit nos in unum Christi amor. Il secondo motivo di gioia è perché in questo giorno la Chiesa di Albano ricorda San Senatore, il primo suo santo di cui conosca il nome ed al quale è dedicata l'omonima catacomba, sulla quale è stata edificata la chiesa che oggi ci raccoglie. In un autorevole itinerario della metà del VII secolo, noto come Notitia ecclesiarum urbis Romae, si legge: «Per eamdem vero viam (la Via Appia, dove ci troviamo al quindicesimo miglio) pervenitur ad Albanam civitatem, et per eamdem civitatem ad ecclesiam sancti Senatoris...» (PL 101,1363).

Di San Senatore, che P. Bargellini ' notissimo scrittore e uomo politico fiorentino ' in una sua opera molto conosciuta sui Santi del giorno definiva curiosamente «santo di carta» perché il suo nome appariva solo negli scritti degli antichi Martirologi, ora noi conosciamo almeno il volto. Dopo i lavori archeologici fatti tra il 1989-1991 è infatti riemerso, nascosto sotto altri strati di affresco e accanto al luogo in cui furono deposti i suoi resti, il volto di un giovinetto, dagli occhi spalancati nella visione di Dio, «occhi buoni e sapienti ' come li ho descritti nella preghiera che io stesso ho voluto scrivere in suo onore -, capaci di contemplare, guardare e riconoscere; colmi di stupore e misericordia, radicati nel cuore di Cristo».

All'intercessione di questo nostro giovane Santo affidiamo pure il caro fr. Luca Sciarelli, della famiglia carmelitana che da secoli custodisce questo luogo. La sua Ordinazione al ministero diaconale è il terzo motivo di gioia in questo giorno. La Chiesa denomina il diaconato: servizio di carità e ricorda che gli apostoli scelsero fra il popolo sette uomini perché fossero loro collaboratori nel ministero. Negli Atti degli Apostoli (cfr 6,1-6) si spiega che si trattava soprattutto di un servizio alle mense.

Con questo significato primario sia il verbo greco diakoneo, sia il corrispondente sostantivo di diakonos appaiono nell'uso del Nuovo Testamento. Esso, poi, si allarga per indicare un qualsiasi servizio di assistenza e di aiuto prestato a chi ha bisogno sino a giungere a indicare l'attività complessiva dello stesso Gesù e della sua stessa morte, l'una e l'altra indicate come un servire. Per questa ragione la Chiesa ripete ai candidati al Diaconato: «il Signore vi ha dato l'esempio, perché come egli ha fatto così facciate anche voi» (Pontificale Romano, Ordinazione del Vescovo, dei Presbiteri e dei Diaconi, n. 220). Il ministero diaconale è imitazione di Cristo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire (cfr Mt 20,28).

...

“”