Omelia nell’ordinazione Diaconale di Alejandro de Jesus Ceballos e Juan Carlos Alegria Gonzalez

12-12-2009

1. Quando il Servo di Dio Giovanni Paolo II fece il suo primo viaggio apostolico, nel gennaio 1979, pochi mesi dopo la sua elezione alla Cattedra di Pietro, si recò nel Messico e giunse al Santuario della Madonna di Guadalupe. In quella sua visita ebbe a dire che 'Dove c'è un messicano, là c'è la Madre di Guadalupe' (Discorso del 30 gennaio 1979). Non potevamo, dunque, eludere il desiderio di Alejandro e Juan Carlos di ricevere l'Ordine del Diaconato proprio in questo giorno in cui, appunto, si celebra la festa della Madonna di Guadalupe. Pochi giorni fa la Chiesa ha ricordato pure san Juan Diego, il veggente di Guadalupe. Quelle apparizioni accaddero all'alba del XVI secolo, pochi anni dopo l'occupazione spagnola che aveva segnato il tramonto di una grandiosa civiltà e l'inizio della dolorosa agonia di un popolo. In quel momento di profonda prostrazione e di grande avvilimento, l'apparizione della Santa Madre di Dio concise con l'avvio della rinascita di un popolo e al tempo stesso con la sua adesione alla fede cristiana.

Conosciamo tutti gli avvenimenti di quel 1531. La mattina del 9 dicembre, mentre stava attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere la città, un giovane indio fu attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiamava per nome e con tenerezza si rivelava a lui come 'la sempre Vergine santa Maria madre di Dio, fonte della vita'. Cosa le domandò? Null'altro se non che in quel medesimo luogo si costruisca un tempio dove - così diceva - 'io possa mostrare e offrire tutto il mio amore, la mia compassione, aiuto e protezione, perché io sono la vostra madre misericordiosa''. Juan Diego andò subito dal Vescovo a riferire l'accaduto, ma non venne creduto. Il Vescovo, però, gli crederà quando Juan Diego porterà a lui il segno scelto dalla Vergine: delle rose di Castiglia, raccolte proprio in quel mese quando non era possibile che spuntassero fiori e per di più in un luogo pietroso. Juan Diego ubbidirà. Raccolte le rose le metterà nel suo mantello. Giunto davanti al Vescovo aprirà la sua tilma e subito vi si vedrà impressa l'immagine della Santa Vergine. Di fronte a tale prodigio, il Vescovo cadrà in ginocchio a venerare la sacra immagine. Comincia così il vincolo che stringe ancora oggi il popolo messicano alla Madonna di Guadalupe. Non solo. L'intero continente latino-americano e tutta la Chiesa oggi si rivolgono alla Vergine Santa e la invocano come propria Madre e Madre di Dio.

Lo facciamo anche noi oggi, mentre siamo nel cuore dell'Avvento e ci disponiamo a celebrare la Domenica Gaudete. Chiediamo al Signore di rallegrarci il cuore e conceda di esultare come la Vergine Maria nel suo Magnificat. Anche noi, allora, onoriamo la Madre di Dio, con un titolo che geograficamente ci è lontano, ma è di sicuro nel nostro cuore: la onoriamo così come la contemplò san Juan Diego, ossia incinta, col ventre gravido del Figlio che avrebbe generato. Così la Vergine Santa ci è stata mostrata pure dal racconto del Vangelo. Già divenuta madre, ella sia apre alla missione. L'annuncio dell'Angelo è per Maria una ragione di missionarietà.

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