Omelia nell’ordinazione presbiterale del diacono Claudio Morino

26-04-2003

OMELIA

nell'ordinazione presbiterale del diacono Claudio Morino

 

 

1. È festa per quanti siamo qui radunati, alla sera del sabato che apre la Domenica in albis. Grande gioia è quella del nostro fratello Claudio, che sta per essere ordinato presbitero, della sua mamma con tutti gli altri parenti e amici. Oggi è festa grande pure per i Rogazionisti del Cuore di Gesù, cui appartiene il p. Claudio, convenuti numerosi in questa chiesa, ed è festa per la comunità cristiana di Sava, terra natale dell'ordinando. La gioia di quest'evento pervade anche il cuore della Chiesa di Oria e della Chiesa intera poiché, come ha insegnato il concilio Vaticano II, il dono spirituale che i presbiteri ricevono nella loro ordinazione 'non li prepara ad una missione limitata e ristretta, bensì a una vastissima e universale missione di salvezza' (Presbyterorum ordinis, n. 10).

 

È festa, oggi, perché il mistero che sta per essere celebrato e il ministero del presbiterato che sta per essere conferito sono realizzati nel giorno di Domenica, dies Domini, pasqua settimanale. È festa perché illuminati dalla luce della Risurrezione del Signore vediamo rinnovata la grazia del nostro Battesimo; è festa perché si mostra più chiaramente in mezzo a noi la testimonianza di uomini e di donne che per mezzo della pratica dei consigli di povertà, castità e obbedienza si sono impegnati a seguire Cristo con maggiore libertà e a imitarlo più da vicino (cfr. Perfectae caritatis, 1). Oggi, perciò, da questo minuscolo punto di tutto l'orbe terrestre s'innalza al Signore un canto di lode e di ringraziamento e questa assemblea volge, contemplativo, il suo sguardo verso Colui che è stato trafitto, ma è vivo.

“”