Omelia per il giorno di Pasqua

04-04-1999

Omelia

per il giorno di Pasqua 1999

 

1. Anche quest'anno, l'ultimo di un secolo e di un millennio, noi celebriamo, fratelli ed amici, la Domenica di Risurrezione. La liturgia della Veglia Pasquale, nella notte appena passata ci ha riproposto il suo canto di giubilo con queste parole: “”La luce del re eterno ha vinto le tenebre del mondo: gioisca la terra inondata da tanto splendore””. Sull'onda di questa esultanza, anche noi abbiamo innalzato il canto dell'Alleluia, il canto nuovo dei liberati, che significa tante cose: Dio è grande, Egli ha fatto cose grandi, noi siamo nella gioia. La Chiesa intera c'invita: “”Questo è il giorno fatto dal Signore, esultiamo insieme.

Il “”giorno che ha fatto il Signore””: quanto diverso, questo giorno, da quello ch'è fatto dagli uomini! Sta­mane, fratelli, risentendo dalla radio le tragiche notizie degli esiti di guerra nelle regioni balcaniche, mi sono tornate alla mente le parole iniziali del salmo 137: “”Noi eravamo sulle rive dei fiumi di Babele e piangevamo al ricordo di Sion. Perché là, ai pioppi delle sponde abbiamo appeso le nostre cetre, mentre i nostri deportatori ci chiedevano canzoni di gioia: Ripeteteci i canti di Sion””. Babele è il luogo di ogni confusione e di ogni esilio, spirituale e geografico.

Anche noi, oggi, ci domandiamo: come celebrare l'esultanza pasquale in mezzo alla sofferenza umana, in particolare a quella dei depredati e degli esiliati? Loro gridano ancora, come Gesù: “”Mio Dio, mio Dio perché mi hai abbandonato?”” (Sl 22, l). L'eco del grido della Croce ancora non si è spento, benché il nostro Signore ci ripeta in verità: “”Io sono risorto e sono di nuovo con te””.

Sì, nonostante tutto e per quanto ci riguarda come cristiani e come cittadini di un'Europa che, al momento, pare voglia progettarsi soltanto sull' economia e sul denaro ma non ancora sulla pace e sulla concordia... nonostante tutto, noi lo crediamo: Cristo è risorto ed è di nuovo con noi.
 
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