Omelia per la Dedicazione della Chiesa parrocchiale San Bonaventura – Anzio, 6 maggio 2012

06-05-2012

1. «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore» (Gv 15,1). Oggi abbiamo ascoltato questa parola di Gesù. Egli si presenta («Io sono», dice), e per farlo riprende un simbolo abituale nella tradizione biblica. «La vigna del Signore è la casa d'Israele», aveva detto il profeta Isaia (cfr 5, 7). Gesù, però, lo muta profondamente. Egli stesso è la vite (o la vigna) del Signore e noi lo siamo con Lui, se siamo in Lui, se rimaniamo in Lui. La Chiesa è la comunità di persone che ha in Cristo la propria origine, che trova in lui la permanente sorgente della propria vita. Chiesa è il popolo che cresce a cominciare da lui ed è come la sua fruttificazione. «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto'» (Gv 15, 5). Rimanere e fruttificare: sono due verbi-chiave nella pagina evangelica assegnata a questa quinta Domenica di Pasqua. Sospendiamo, però, qui il nostro commento. Lo riprenderemo alla fine. Vediamo, intanto, d'inserire quest'immagine biblica della vite nel contesto dell'odierna celebrazione della Dedicazione della vostra chiesa parrocchiale.

Fra poco, nella Preghiera di Dedicazione la liturgia ci farà acclamare: «Chiesa santa, vigna eletta del Signore, che ricopre dei suoi tralci il mondo intero e avvinta al legno della croce innalza i suoi virgulti fino al cielo». È un testo vibrante di esultanza e altamente evocativo nelle sue tre immagini. La vite, anzitutto: essa è la Chiesa ed è la vigna eletta del Signore. Consideriamo in secondo luogo la sua estensione: è divenuta un vigneto ampio quanto il mondo. Sembra che il testo liturgico si rifaccia al Salmo 79 che, rievocando poeticamente la gioia dell'esodo dall'Egitto, riprende il tema della vite e canta: «Essa ha riempito la terra. La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i cedri più alti. Hai esteso i suoi tralci fino al mare, arrivavano al fiume i suoi germogli» (Sl 79, 10-12). Per il cantore, però, tutto questo era una nostalgia, un rimpianto. Per la Chiesa è una speranza, che è fondata sulla Croce del Signore. È lì che fruttificano i tralci; è da lì che si espandono. Ed è questa la terza immagine.
 
 
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