Omelia per la Messa nella Cena del Signore

01-04-1999

OMELIA

PER LA MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE

 

1. La Liturgia che stiamo celebrando in questa sera del Giovedì Santo, fratelli ed amici, è come il preludio del Triduo Pasquale che, anche quest'anno, l'infinita misericordia del Padre ci concede di vivere. Essa lo apre e lo anticipa per intero, perché nel mistero della Santa Cena del Signore sono contenute e ci sono donate tutte le realtà, che i giorni seguenti del venerdì e del sabato santo e della domenica di Risurrezione ci presenteranno nella loro dimensione storica.

'Annunciamo la tua morte, Signore': l'Ora per la quale tu esisti dall'eternità, perché sei l'Agnello immolato prima ancora della creazione del mondo; l'Ora verso la quale ti sei orientato in ogni momento della tua vita terrena, dalla nudità di Betlemme alla nudità della Croce; l'Ora che scandisce per sempre la nostra salvezza.

'Proclamiamo la tua Risurrezione': è la Vita che ci restituisce alla vita, l'evento che ci fa uscire dai sepolcri, il mistero del quale diventiamo partecipi sin dal giorno del nostro Battesimo, fino a quando non ci sarà la tua ultima venuta nella gloria. Vieni Signore Gesù!

Viene il Signore Gesù! Nell'Eucaristia noi riconosciamo la tua presenza. Quello che fra poco la potenza dello Spirito Santo ci metterà tra le mani, ossia il sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue, non è un qualcosa che ci ricorda la tua assenza, ma un dono che ci offre la tua presenza. Nelle nostre solitudini, Tu sei il presente, Tu sei sempre con noi.

 

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