OMELIA per l’inizio dell’Anno Paolino

29-06-2008

OMELIA

per l'inizio dell'Anno Paolino

ai partecipanti al 'Seminario Internazionale sul carisma paolino' ' Società San Paolo

 

 

1. Vi saluto di vero cuore e rivolgo un sentito ringraziamento al Superiore Generale della Società San Paolo, Don Silvio Sassi, per l'invito rivoltomi a suo tempo di stare con voi per celebrare insieme l'Eucaristia, mentre si avvia a conclusione il vostro 'Seminario Internazionale di studio sul carisma paolino nel terzo millennio'. Oggi, poi, è festa grande non soltanto perché è Domenica, ma anche perché in questo medesimo celebriamo i santi Apostoli e martiri Pietro e Paolo. Il sangue da loro sparso a testimonianza del Signore ci fa vedere come ' quando provengono dallo Spirito ' i diversi doni riescono sempre a convergere per l'edificazione dell'unica Chiesa: diverso consilio unam Christi familiam congregantes, tra poco ci farà cantare il Prefazio. Difficile da tradursi questo latino: diverso consilio! Una versione spagnola traduce por caminos diversos'; una francese, a sua volta, rende così: chacun selon sa grâce. Ciò che conta,però, è che la diversità c'è, nella Chiesa, non certamente per scontrarsi, ma piuttosto per incontrarsi. Non siamo chiamati a vivere da antagonisti, ma in gioiosa fraternità, come traduce con felice originalità riguardo a Pietro e a Paolo il Prefazio del nostro Messale Romano.

Alla luce di questa fraternità, si comprende anche la vostra, carissimi fratelli e amici della Società San Paolo. Voi siete qui riuniti per 'aggiornare', vorrei dire, il vostro carisma paolino. Ho voluto ricorrere al termine 'aggiornamento' per fare un richiamo a Giovanni XXIII. Inaugurando il Concilio Vaticano II, egli disse che la Chiesa non deve mai distogliere lo sguardo 'dal sacro patrimonio della verità ricevuto dagli antichi; ed insieme ha bisogno di guardare anche al presente, che ha comportato nuove situazioni e nuovi modi di vivere, ed ha aperto nuove vie all'apostolato cattolico' (Discorso dell'11 ottobre 1962, n. 5). In questo medesima prospettiva 'conciliare', anche voi vi proponete di 'attualizzare' nel terzo millennio il carisma da cui siete partiti come famiglia religiosa. Per questa medesima ragione voi osservate con attenzione ai mutamenti che in questi ultimi tempi avvengono nell'ambito della comunicazione. Al riguardo ammetto volentieri di non essere un competente in materia, ma non mi è difficile intuire che sono davvero vorticosi, tali cambiamenti. Un noto sociologo ha intitolato 'Imparare a camminare sulle sabbie mobili' il capitolo dedicato al tema della 'educazione (o formazione, diremmo più facilmente noi) permanente' (lifelong education). Per mostrarne la necessità nel nostro contesto di liquidità moderna, egli fa ricorso alla immagine di un'arma balistica fatta per sparare un proiettile. In un contesto di 'solidità' i lanciatori di missili balistici dovevano unicamente badare acché i loro prodotti rimanessero rigorosamente sulla rotta predefinita dall'accelerazione iniziale: l'obiettivo, infatti, era sempre lì fermo, quasi ad aspettare il missile. Tutto ciò, però, diventa inutile quando, al contrario, i bersagli non solo si spostano, ma lo fanno molto più velocemente dei missili stessi e per di più in modo erratico e imprevedibile (cf. Z. Bauman, Vita liquida, Laterza, Roma-Bari 2006, p. 131ss). Forse qualcosa di simile avviene nella comunicazione, oggi, ed esige, pertanto un approccio diverso e più adeguato. Se il mondo verso cui v'indirizza la fedeltà al vostro carisma è segnato dalla cosiddetta 'liquidità', mi pare giusto e doveroso che vi interroghiate come sarà possibile restarvi fedeli. ...

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