Omelia per l’Ordinazione Presbiterale di Giuseppe Leucci

28-06-2001

OMELIA

PER L'ORDINAZIONE PRESBITERALE DI GIUSEPPE LEUCCI

 

C'è bisogno d'amore

Inondati dalla consolazione di questa santa liturgia, che celebriamo nella vigilia della solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, lasciamoci tutti guidare dalla Parola di Dio.

Desidero portare l'attenzione sul brano del vangelo secondo Giovanni che è stato proclamato (cfr. 21, 15-19), per quanto sarebbe altrettanto bello meditare sulle parole dell'apostolo Paolo. Ciascuno, infatti, può affermare a buon titolo che Dio lo scelse fin dal seno della madre e lo chiamò con la sua grazia (cfr. Gal 1, 15). Pure adesso noi stiamo celebrando il mistero di un'elezione misteriosa, di una vocazione eterna, che nel tempo ha avuto il suo discernimento e nella Chiesa si è fatta concreta, da ultimo quando ho detto: 'Scegliamo questo nostro fratello per l'ordine del presbiterato'.

Come in un gioco, tuttavia, nelle settimane passate ho chiesto più volte a Giuseppe: quale Vangelo? E lui, ogni volta di rimando: un altro ti porterà dove tu non vuoi! Ne riparleremo più tardi. Sono stato accertato, nel frattempo, che qui Giuseppe è arrivato in libertà e con la volontà di assumere gli impegni dell'ordine presbiterale. Di più. Sono moralmente sicuro che egli c'è arrivato con amore.

Certe cose, infatti, non si possono fare senz'amore. Non le fa così Iddio, il quale ci rassicura: 'Vi darò pastori secondo il mio cuore' (Ger 3, 15). Non è, dunque, possibile che tu, Giuseppe, abbia fatto diversamente. Per certe cose c'è bisogno d'amore.

Cosa si deve fare per essere un buon sacerdote? Bisogna avere passione e com-passione per gli uomini; soprattutto si dev'essere innamorati di Gesù. Dice un ottimo maestro spirituale: 'Chiedi allo Spirito Santo di mettere Gesù «come sigillo sul tuo cuore». Poi va tranquillo. Il mondo ti muoverà guerra, ma non ti vincerà' (R. Cantalamessa).

 

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