Pancrazio, un giovane creativo

Omelia solennità di San Pancrazio, patrono della Città e Diocesi di Albano
12-05-2019
  1. «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25). Eccetto l’invocazione nel Getsemani, questa è l’unica formula di preghiera che i vangeli ci hanno trasmesso di Gesù: una lode e un ringraziamento al Padre che, scaturiti dal cuore, sono una pubblica proclamazione del suo amore di predilezione per i «piccoli». Se, però, consideriamo il contesto nel quale queste parole sono pronunciate, ci rendiamo conto che sono pure una denuncia dell’atteggiamento arrogante e pretestuoso di chi non vuole cogliere i segni della presenza salvatrice di Dio. «Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!»: è l’atteggiamento infantile e dispettoso che Gesù rinfaccia ai sapienti e agli intelligenti (cf. v. 17).

Dall’altra parte ci sono questi «piccoli» che, proprio per tale loro condizione di semplicità, riescono a scorgere ciò che agli altri non è visibile. Questa facoltà è, secondo E. Fromm, la prima caratteristica della creatività; la capacità, cioè, di stupirsi, di meravigliarsi, di rimanere sorpresi. È questa, dunque, la prima delle condizioni necessarie per un atteggiamento creativo. Si tratta del lasciarsi abitare dallo stupore, dell’essere capaci di abitare il mondo con la meraviglia di chi nascendo ogni giorno riesce a vedere le cose di ogni giorno come se fosse la prima volta. «Quello che per gli altri è ovvio – scrive Fromm – per lui diventa un problema, la sua mente comincia a lavorare e questo è l’inizio della scoperta».