Per incontrare lei! Omelia in occasione della veglia di preghiera per l’unità dei cristiani. 18 gennaio 2015

18-01-2015
1. È bello trovarci insieme a pregare, questa sera, carissimo fratello vescovo Siluan, carissimo fratello pastore Luca Baratto, carissimi fratelli e sorelle insieme con noi radunati. La nostra non è una riunione artefatta. Siamo uomini e donne che abitano tutti in questo territorio. Siamo differenti per confessione religiosa, ma qui abbiamo le nostre case, qui cerchiamo di vincere le nostre fatiche, qui alimentiamo le nostre speranze. Siamo cattolici, ortodossi, evangelici, ma camminiamo per le stesse vie di queste nostre città e facilmente c’incontriamo per i tanti impegni e problemi della vita ordinaria. Trovarci insieme anche per pregare, questa sera, ha il sapore della verità. Per questo è bello.
Abbiamo ascoltato insieme la parola del Signore ed è bello pure che il momento più prolungato della nostra Veglia non sia quello degli interventi di noi, che guidiamo la preghiera comune, ma piuttosto quello segnato dall’ascolto del lungo brano evangelico (cfr Gv 4, 1-42) che è stato proclamato in modo alternato: diverse le voci umane e le identità religiose, unica e medesima la Parola.
L’intervento del pastore Luca mi esonera dal soffermarmi sul simbolo dell’acqua. Egli lo ha illustrato molto bene. È un simbolo pregnante anche nella nostra cultura. Egli ha ricordato che a Napoli quale segno di ospitalità prima del caffè usano offrire un bicchiere d’acqua. È una pre-gustazione. D’altra parte nel vangelo secondo Giovanni l’acqua di cui parla Gesù è simbolo dello Spirito (cfr Gv 7, 37-39). Mi fermerò, allora, a riflettere sul fatto del passaggio di Gesù attraverso la Samaria e sullo scopo del suo cammino.
 
2. Il testo evangelico ci ha detto che Gesù «doveva attraversare la Samaria» (4, 4). Se consideriamo la cosa sotto il profilo semplicemente topografico la cosa non è del tutto vera. Lo storico Giuseppe ci dice, sì, che quella era la via più corta dei pellegrini in quel tempo, ma non mancavano altre strade. Gesù, oltretutto, non veniva da Gerusalemme, ma dalla valle del Giordano e da lì gli sarebbe stata più facile un’altra strada, evitando così Samaria.
Ma Gesù non voleva affatto evitarla. Al contrario. Quel «doveva», che abbiamo ascoltato, soprattutto se letto nel quarto vangelo, ha un sapore teologico. Gesù attraversa la Samaria perché questo corrisponde alla sua missione; perché deve realizzare un piano divino, deve mettere in atto un disegno di salvezza. E qual è questo progetto di Dio? Un incontro. L’incontro con una donna. In questo caso, una samaritana.
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