Rivestiti dei sentimenti di Cristo

Omelia a conclusione del soggiorno formativo del presbiterio
06-09-2019

Ricorre oggi il «primo venerdì del mese» che, per antica tradizione legata alle rivelazioni di Paray le Monial a santa Margherita Maria Alacoque, dedichiamo al Sacratissimo Cuore di Gesù. In questo Cuore depositiamo il lavoro di questi giorni e i nostri propositi per il nuovo anno pastorale. Abbiamo pregato: «Dio nostro Padre, concedi a noi tuoi fedeli di rivestirci delle virtù e dei sentimenti del Cuore di Cristo tuo Figlio». Domandiamoci, allora: quali sono queste virtù e questi sentimenti? Cerchiamo una risposta nella Parola del Signore che abbiamo appena ascoltato.

Nella pagina del vangelo, anzitutto (cf. Lc 5,33-39), dove Gesù si autodefinisce come sposo. Gli invitati a nozze non possono digiunare quando lo sposo è con loro. Nella tradizione patristica questa è l’immagine guida per l’interpretazione dell’Antico Testamento. Nel suo meraviglioso commento al Cantico, san Bernardo conclude sistematicamente i diversi capitoli con l’indicazione e l’invocazione di Cristo Sposo. Nella tradizione spirituale, poi, Cristo è anche lo Sposo dell’anima. Se noi, come sacerdoti, vogliamo rivestirci dei sentimenti di Cristo, dobbiamo accedere alla dimensione sponsale del nostro ministero. Ne scrisse san Giovanni Paolo II nell’esortazione Pastores dabo vobis spiegando che ciascuno di noi sta di fronte alla Chiesa come uno sposo davanti alla sua sposa. Dobbiamo, perciò, rivivere in noi l’amore di Cristo sposo verso la Chiesa sua sposa, perché in essa noi operiamo in persona Christi capitis. Se per un verso rimaniamo sempre figli della Chiesa e suoi membri, sacramentalmente noi svolgiamo la parte di Cristo Sposo. Non siamo solo nella Chiesa, ma anche di fronte alla Chiesa! Dobbiamo, allora, amarla come Lui e donarle la nostra vita come Lui, lo Sposo della Chiesa.