Servi amorevoli e umili

Omelia nella Messa vigiliare di Pentecoste con benedizione degli Oli e consacrazione del Crisma - Aprilia, Parrocchia Spirito Santo – 30 maggio 2020
30-05-2020
  1. «Se qualcuno ha sete, venga a me» (Gv 7,37). Sono le prime parole di Gesù ascoltate questa sera e bastano a coinvolgerci, a consolarci. Venga a me, egli dice, ma a chi? Ai più bravi della classe? A chi è senza peccato? A chi è in regola con la legge, anche ecclesiastica e, perfino, con la legge di Dio? No. Gesù dice semplicemente: chi ha sete! Ecco chi sono i chiamati. Sete vuol dire molte cose. Il vangelo parla di sete di giustizia, ma poi c’è la sete bisogno, sofferenza, desiderio. Siamo nati da un desiderio, certamente quello di Dio, e siamo traboccanti di desideri, nei quali c’è sempre la nostra storia: gioie e dolori, successi e fallimenti, speranze e delusioni. I desideri dobbiamo certo discernerli, perché nessuno di noi è così trasparente a se stesso da sapere dov’è fissato il suo cuore. Ecco, allora, che Gesù ci dice: vieni a me! San Tommaso commenta: in impletione desideriorum, ossia per dare loro pienezza, verità (cf. Super Ev. S. Ioannis lect., c. 7, l. 5). Per aiutarci a capire tutto questo, Gesù ha fatto ricorso all’immagine dell’acqua.

Aprendo la Bibbia leggiamo subito che «la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque» (1,1). Parlando del Battesimo (sacramentum aquae nostrae), Tertulliano esclamava commosso: «Lo spirito divino preferì l’acqua a tutti gli altri elementi. Quando le tenebre, senza l’ornamento degli astri, erano informi e l’abisso era tenebroso; quando la terra era appena accennata e il cielo era senza bellezza, solo l’acqua, materia fin dal principio perfetta, gioiosa, semplice e casta, era sottoposta a Dio quale suo trono» (De Baptismo, 1.3: PL 1, 1202). Queste parole ci ricordano il cantico di san Francesco: «sor’Acqua, la quale è multo utile et humile e preziosa e casta» (FF 263, 15). Perché l’acqua sia utile e preziosa possiamo facilmente capirlo e capiamo pure perché sia casta: lava, pulisce, rinfresca… Ma perché san Francesco la chiama pure humile?