Un padre aveva due figli

Omelia XXVI Domenica del t.o. I anniversario della morte del vescovo emerito Dante Bernini, Basilica di Santa Maria della Quercia (VT)
27-09-2020

Un uomo aveva due figli… e papa Francesco cominciò a raccontare: «Io ricordo mia mamma, diceva di noi – eravamo cinque -: “Ma io ho cinque figli”. Quando le chiedevano: “Qual è il tuo preferito, lei rispondeva: “Io ho cinque figli, come cinque dita. Se mi picchiano questo, mi fa male; se mi picchiano quest’altro, mi fa male. Mi fanno male tutti e cinque. Tutti sono figli miei, ma tutti differenti come le dita di una mano”. E così è la famiglia! I figli sono differenti, ma tutti figli. Un figlio lo si ama perché è figlio: non perché bello, o perché è così o cosà; no, perché è figlio! Non perché la pensa come me, o incarna i miei desideri. Un figlio è un figlio: una vita generata da noi ma destinata a lui, al suo bene, al bene della famiglia, della società, dell’umanità intera» (Udienza dell’11 febbraio 2015).

Un uomo aveva due figli… anche nella parabola appena ascoltata (cf. Mt 21,28-32) ci sono dei figli e sono anche loro diversi. Non è l’unica pagina del vangelo dove si parla di due figli. Ad esempio, li troviamo anche nella parabola di Lc 15 e «il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta» (v. 12). Anche questi due erano diversi l’uno dall’altro. I due figli di Zebedeo, al contrario, per la loro madre non erano diversi, tant’è che per loro chiese a Gesù una stessa funzione: seduti uno alla sua destra e uno alla sinistra del regno (cf. Mt 20,21). Cuore di mamma! Possiamo, però, essere ben sicuri che anche loro, Giacomo e Giovanni, erano diversi… come i due figli della parabola di questa Domenica: diversi.