Viene nell’olio della grazia e lo infonde come medicina

Omelia nella Messa crismale 2021
01-04-2021
    1. Ventidue anni fa, in questo medesimo giorno presiedetti per la prima volta la Messa Crismale. Fu nella Cattedrale di Oria, la Chiesa che solo cinque mesi prima avevo cominciato a servire da Vescovo. Oggi lo stesso rito lo celebro con voi, carissimi, ed è per me l’ultima volta, giacché cinque mesi fa (ancora una coincidenza temporale), attraverso la voce del Successore di Pietro il Signore mi ha chiesto di ricominciare il cammino, ma per aliam viam. Un po’ come i magi, che dopo avere offerto i loro doni al Bambino, ripresero il cammino «per un’altra strada» (Mt 2,12), anch’io sto muovendo i primi passi in un nuovo, imprevisto servizio.

    Vedermi, allora, circondato dalla vostra preghiera e dal vostro affetto è un conforto e un sostegno. I primi passi di chi è ancora giovane, sono, infatti, ben diversi da quelli di chi, invece, è già avanti negli anni: se al primo potrebbe mancare l’esperienza, al secondo potrebbero mancare le forze; se il primo ha bisogno di pregare: «Fammi conoscere, Signore, le tue vie» (Sal 25,4), l’altro avverte, piuttosto, il bisogno di dirgli: «Tieni saldi i miei passi sulle tue vie e i miei piedi non vacilleranno» (Sal 17,5). A conclusione del suo vangelo, Giovanni riferisce la domanda di Pietro al Signore riguardo al discepolo amato: «Signore, che cosa sarà di lui?». È un po’ la tentazione che raggiunge anche me, riguardo a questa Chiesa amata, e anch’io risento nel cuore la voce di Gesù, che dice: «A te che importa? Tu seguimi» (Gv 21,21-22).