La comunità parrocchiale di San Filippo Neri in Cecchina ha accolto il vescovo, Marcello Semeraro, nel corso della Visita pastorale alla Chiesa di Albano.

Cinque giorni in cui il nostro Pastore ha avuto l'opportunità di confrontarsi con una pluralità di  espressioni dalle più diverse, ciascuna impegnata a suo modo ad animare e a far crescere un territorio poliedrico, aperto alle sfide che la società propone e fortemente ricettivo nei confronti  delle proposte avanzate dai suoi sacerdoti.

Culmine della Visita pastorale la Celebrazione eucaristica domenicale: un doppio appuntamento per monsignor Semeraro che dapprima ha celebrato con i bambini della catechesi e  successivamente con la comunità parrocchiale adulta. Forte il richiamo, nella I domenica di Quaresima, a rifiutare tutto ciò che allontana da Dio attraverso il dubbio e le false promesse. «Abbiamo colto da subito un riscontro positivo della presenza del vescovo nella nostra parrocchia – ha commentato padre Ciro Cecchini, parroco di Cecchina – per definirlo pienamente  bisognerebbe entrare nel cuore degli uomini e annotare tutte le emozioni; ma questo non è  possibile. Ci è bastato cogliere la forte curiosità dei bambini e delle famiglie e l'attenzione rivolta alle parole del Pastore durante la Santa Messa o negli incontri che hanno caratterizzato la visita».

Nuovi obiettivi nell'azione pastorale
Nell'appuntamento di giovedì con il Consiglio pastorale parrocchiale e il consiglio affari economici il vescovo, accompagnato dai convisitatori, ha delineato nuovi obiettivi nell'azione pastorale della comunità di Cecchina: una rinnovata attenzione alle famiglie, con particolare riguardo al rapporto  con quanti vivono in situazione di sofferenza dovuta a separazione e divorzio; maggiore cura verso chi anima e sostiene la comunità, valorizzandone la presenza ed accompagnando ciascuno a  vivere un'autentica esperienza di fede

Anche ai membri del Consiglio dell'oratorio, presenti al  medesimo incontro del giovedì, ha suggerito di considerare l'esperienza di Cecchina come un  laboratorio nel quale vivere e far crescere qualcosa che sia di stimolo per altri, proseguendo con  maggiore slancio nell'azione già intrapresa da anni e sfruttando al meglio le opportunità di  formazione messe a disposizione dagli uffici di Curia. «L'accento è stato posto – ha fatto notare il parroco – sulle iniziative di aggregazione e sulla vita dell'oratorio, confermando la scelta fatta da diversi anni di un forte impegno rivolto a unire la comunità attraverso proposte che si presentano, diciamo noi, come un pre-catechesi».

Rinnovata attenzione all'ecumenismo
Non è mancato poi un richiamo del vescovo al l'ecumenismo e alla concreta ricerca di momenti d’incontro e di scambio con i fratelli delle altre confessioni religiose. Monsignor Semeraro ha più volte invitato ad una serena riflessione, nel corso dei suoi incontri con i parrocchiani di Cecchina, sul significato profondo delle relazioni all'interno di una comunità ed il conseguente bisogno di migliorare e migliorarsi in questa direzione, valorizzando i rapporti personali sotto il profilo  dell'ascolto, dell'accoglienza, della disponibilità, della fraternità.

Incontrando, nella serata di venerdì, i rappresentanti delle associazioni parrocchiali e territoriali in genere il vescovo non ha mancato di suggerire la centralità oggi delle alleanze tra soggetti, anche se diversi, per favorire l'educazione delle nuove generazioni. Una parola d’incentivo e di sostegno aperta a tutti coloro che hanno a cuore il futuro del territorio in cui vivono e prestano servizio; un pensiero aperto a una prospettiva di maggiore intesa, lontana dai compromessi e dai contratti e  foriera di alleanze costruttive. «Un'esperienza all'insegna della parola incontro – conclude padre Ciro Cecchini – in cui il vescovo ha saputo offrire a quanti hanno interagito con lui incoraggiamento e fiducia, nonché una grossa dose di speranza necessaria per ravvivare lo spirito di servizio e di  dedizione di noi sacerdoti e dei tanti operatori che volontariamente si spendono per il bene».

(Tratto da Millestrade, anno 4 n. 30)