«Siamo elettrici ,non riusciamo asmettere di parlare!». È l’esclamazione di Davide,terza elementare, quando gli chiediamo come sta aspettando con i suoi compagni la Visita del vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro. Siamo alla scuola Villa Claudia, dove la mattina del 31 gennaio,arriva, puntualissimo, il vescovo, per l’atteso incontro con i fedeli della Parrocchia Santa Maria in Cielo. Lo accolgono più di 120 alunni, insieme alle insegnanti. Con una di loro, Dina Campo, hanno preparato le canzoncine per questo incontro. Dai più piccoli ai più grandi, cantano e usano la gestualità a meraviglia. Poi si scatenano con le domande. «Caro vescovo, cosa avresti voluto fare se non eri sacerdote?», «Quando hai deciso di diventarlo?», «Come reagiscise incontri qualcuno che non crede in Dio?», «Com’è papa Francesco da vicino?», «È più facile essere religiosi oggi o in passato?». A tutti monsignor Semeraro risponde bonariamente e ride di cuore quando uno dei piccoli iniziala domanda dicendo «Caro Papa …». Chiediamo pure noi al vescovo cosa rappresentino per lui questi incontri con i bambini. «Motivo di conforto e di speranza – risponde senza esitazione – perché costituiscono la parte migliore della vita di oggi e fanno sperare in un futuro migliore».
La visita alle Falasche, a Villa Celeste e ai malati
Sono così, in festae pieni di domande,anche i ragazzi che nel pomeriggio accolgono il vescovo nel vicino campo sportivo delle Falasche. Piove a dirotto, mal’incontro è troppo importante per mancare. Gli incidenti di campo, la distorsione alla caviglia, il braccio fratturato, lo strappo muscolare, non li fanno desistere, figuriamoci la pioggia! Meno gioiosa, sicuramente toccante, è la visita a Villa Celeste, una casa di riposoche ospita persone anziane. Alcune non sono autosufficienti, come Lucia, non vedente, ma con una bella voce, che, timida, intona l’Ave Maria di Schubert per il suo vescovo. La visita a due famiglie che hanno infermi in condizioni gravi, porta prima a casa di Palmira poi a quella di Nereo. Il vescovo li benedice e parla a lungo con le famiglie,confortate dalle sue parole.
 
I Consigli parrocchiali e la Cresima
Nel secondo giorno della Visita, monsignor Semeraro, insiemea monsignor Gualtiero Isacchi, a don Jourdan Pinheiro e a padre Giuseppe Zane, incontra i Consigli parrocchiali, accolto dal parroco, don Carlos, che parla dei tre princìpi recepiti dai fedeli: fratellanza,accoglienza, preghiera. I circa 3.500 abitanti del quartiere di Villa Claudia (che in estate aumentano sensibilmente) sono in gran parte giovani verso i quali il parroco è andato incontro, attraverso una prima proposta evangelica, che ha conseguito notevole successo. Pare che il fatto che questa Parrocchia non abbia spazi sufficienti, possa essere unbene piuttosto che un male. A ciò sopperisce l’integrazionecon altre parrocchie. «La provvisorietà – ha detto il vescovo– è la medicina che cura dall’assuefazione e i giovani devono essere accolti sul piano dell’essere, più che su quello delfare. Bisogna offrire loro risposte piuttosto che ampi spazi. Nel Tempio più splendido, Gesù si ribella, con una sferza dicorde. Ecco, il fare mercato è il dramma di tutte le religioni,anche di quella cattolica. Nessun rammarico, quindi, per gli spazi ristretti, tanto più che il concilio Vaticano II ha puntualizzato,in modo inconfondibile, che il Tempio di Dio siamo noi!». Dopo l’incontro, è stato amministrato il sacramento della Confermazione a 19 ragazzi, nella chiesa gremita all’inverosimile,raccolta nell’attenzione e nel silenzio e ricca del soffio vitale dello Spirito Santo.
Incontro con i catechisti e gli educatori dell’Azione cattolica
Domenica 2 febbraio si è conclusa la Visita pastorale con la celebrazione della Messa alle 10.30 e, subito dopo,con l’incontro del pastore con le famiglie dei catechisti e degli educatori dell’Azione cattolica. Il vescovo ha sottolineato l’importanza delle relazioni. Il giorno di riposo dal lavoro non deve essere vissuto soltanto come incontro dei fedeli durante la Messa, ma dovrebbe avere anche la caratteristica, che aveva un tempo, di visita delle famiglie le une con le altre: una “pastorale delle relazioni”.
(Tratto da Millestrade, anno 7 n. 59)